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Corso per operatore socio sanitario nel Foggiano, è una truffa: “L’attestato non ha nessun valore” 

Pubblicato da: Francesca Emilio | Sab, 3 Dicembre 2022 - 07:30

Si iscrive ad un corso per diventare operatore socio sanitario, consegue il certificato di qualifica professionale poi, per puro caso, scopre che il certificato non ha alcuna validità. E’ quanto accaduto ad un 38enne residente nel Barese, vittima di quella che, sembrerebbe essere una truffa ad hoc architettata da un ente del Foggiano che si occupa di formazione. Ma andiamo per gradi.

E’ il maggio del 2020 quando il ragazzo, deciso ad intraprendere il percorso di operatore socio sanitario, si affaccia alle porte dell’ente che ha base a Foggia, ma opera tramite point in tutta Italia. I suoi interlocutori, dotati di riferimenti social ben organizzati e strutturati, lo convincono ad iscriversi e lui, forte del fatto che alla fine avrebbe ottenuto una certificazione valida, sia a livello pubblico, sia a livello privato, per l’immissione nel mondo del lavoro, e rassicurato dalla segreteria che lo informa dell’affiliazione del corso presso la regione Lazio, non perde tempo e si iscrive anticipando 500 euro, per un costo totale di 2.450 euro.

Così frequenta il corso, prima nella sua parte teorica, poi pratica, tramite tirocinio. A fine settembre 2020, invia l’ultimo bonifico, saldando la quota con i mille euro restanti, il 18 dicembre  sostiene infine l’esame su una piattaforma per le videoconferenze. All’esame, che consiste nella discussione di una tesina composta da 15 pagine dinanzi ad una commissione, partecipano moltissimi altri aspiranti operatori socio sanitari provenienti da diversi point pugliesi, tra questi Trani, Foggia e Cerignola, ma anche campani. Al ragazzo non viene posta nessuna domanda, ma gli viene offerta l’opportunità di parlare della sua tesina. Un momento ricco di emozione che, messa da parte la paura per l’esame, viene superato a pieni voti. Il 7 gennaio del 2021, arriva finalmente il certificato di qualifica Oss e il ragazzo prosegue il suo percorso continuando a lavorare presso la struttura in cui aveva svolto il tirocinio, fino a luglio 2021. Da quel momento in poi la sua vita prende una piega diversa e, per motivi personali, sceglie di andar via continuando a inoltrare domande presso altre strutture, allegando il diploma conseguito.

E’ nell’ottobre del 2021 però che viene attirato da un gruppo Facebook nel quale si fa riferimento alla truffa eseguita dall’ente tramite il quale ha ottenuto il certificato. Si iscrive e, una volta dentro, inizia a prendere coscienza di una realtà del tutto diversa da quella che gli è stata raccontata e, inoltre, ha vissuto in prima persona, senza destare alcun sospetto, leggendo le moltissime esperienze vissute da altri corsisti. Apprende così che l’ente non è in alcun modo autorizzato, né accreditato, presso alcuna regione. Per una maggiore certezza decide però di inviare una mail alla Regione Lazio allegando il diploma conseguito e chiedendo delucidazioni in merito alla validità dello stesso. La risposta arriva come una doccia fredda: quanto denunciato nei gruppi è vero, l’ente non ha alcun accredito, pertanto il suo titolo “non è idoneo per l’esercizio della professione” non trattandosi, di fatto, di un attestato di qualifica validamente rilasciato dalla Regione. Da qui, la decisione di procedere per vie legali, affiancandosi ai tantissimi altri cittadini che, nella speranza di poter realizzare un sogno, imparare un mestiere e trovare finalmente lavoro, si sono ritrovati ad avere in mano un attestato privo di validità, nonostante il percorso effettuato.

“Purtroppo non sono l’unico – ha raccontato a Borderline24 – sono quasi 500 le persone che hanno subito la stessa truffa, alcune si sono indebitate anche per 20mila euro. C’è anche un provvedimento nei confronti di queste persone, con un’inchiesta in corso, ma nonostante tutto proseguono imperterriti rubando il futuro a chi vuole mettersi in gioco per trovare uno sbocco lavorativo. Non parlo solo a nome mio, ma anche a nome di diversi truffati. Oggi hanno cambiato nome, ma la procedura è la stessa. Ad una mia amica avevano promesso una laurea in scienze infermieristiche tramite la presunta affiliazione con un’università in Albania. Per puro scrupolo la mia amica ha chiamato l’università mettendosi in contatto con il rettore scoprendo che non risultava iscritta a nessun corso. Ha perso 4mila euro. Lei, come tanti altri. Si vendono bene, sembrano seri. Non ci ho perso solo economicamente, ma anche psicologicamente, ero pronto a lavorare. Adesso, nonostante il corso, il tirocinio e l’esame, dovrò rifare tutto da capo” – ha concluso.

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