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Agrumi, Cia Puglia: “Tanta qualità nel 2022, altro che black friday”

Pubblicato da: redazione | Sab, 26 Novembre 2022 - 19:00

La buona notizia è che, per gli agrumi pugliesi, la campagna in corso è una delle migliori degli ultimi anni in quanto a qualità dei prodotti; la brutta, invece, è che le offerte ‘civetta’ della GDO – con i prezzi stracciati a carico di produttori ed esportatori – riduce ulteriormente la redditività per le imprese agrumicole. Imprese già duramente provate dal dover sostenere costi di produzione mai così alti da 20 anni a questa parte: ai rialzi di gasolio, materie prime e bolletta energetica, infatti, si è aggiunta la voce sempre più onerosa dei trattamenti per la difesa fitosanitaria, resisi necessari anche a causa delle difficoltà create dalle conseguenze degli eventi climatici estremi degli ultimi mesi.

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Black Friday sulla pelle dei produttori – «La GDO non può fare black friday sulla pelle dei produttori. Il comparto agrumicolo, nonostante la qualità delle produzioni di quest’anno, continua a scontare squilibri sui quali stiamo chiedendo interventi ormai da moltissimo tempo» – ha dichiarato Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani. «Fatta eccezione per le offerte civetta al ribasso – ha aggiunto Pietro De Padova, presidente di CIA Due Mari – i prezzi dell’ortofrutta nei supermercati ha subito un’impennata, tanto da determinare una riduzione dei consumi e la conseguente contrazione di redditività per i produttori».

Per Vito Rubino, direttore di CIA Due Mari, una delle azioni auspicabili per sostenere la vendita del prodotto è rappresentata da «una più flessibile organizzazione dei mercati all’ingrosso, che dovrebbero aprire con orari più estesi anche nel pomeriggio, così da dare maggiori possibilità di acquisto a cittadini e Onlus. In alcune città, proprio in questa ottica, organizzazioni sociali e di assistenza come le Misericordie, ma anche gruppi di acquisto e organizzazioni di comunità hanno stipulato accordi per l’approvvigionamento che aiutano e sostengono anche il mercato».

Non soffocare i mercati – Per CIA Puglia, inoltre, è importante che gli agricoltori dettino i tempi giusti alla raccolta, in modo da non immettere sul mercato una quantità eccessiva di prodotto: in questo modo, infatti, il mercato sarebbe ‘soffocato’ da un eccesso di offerta. CIA Agricoltori Italiani di Puglia, inoltre, torna sull’atteggiamento della GDO e, soprattutto, punta il dito su operazioni come il “sottocosto” che distorcono il mercato, destabilizzano i produttori e, di fatto, possono rappresentare una forma di pressione affinché le aziende agricole siano costrette a svendere il proprio prodotto. In Puglia, nelle zone a vocazione agrumicola come il Gargano e il Tarantino, la qualità di arance e clementine nel 2022 registra medie qualitative molto alte.

È necessario che sulle storture create dalla Gdo nel bilanciamento dei prezzi si avvii una discussione seria, sia a livello nazionale che europeo. «Le nostre aziende agricole sono tra le più controllate del mondo. Devono attenersi a disciplinari molto rigidi che tutelano qualità e salubrità dei prodotti. Si tratta di regole che, in Paesi come Spagna e Marocco, sono molto più blande. Come per altri settori, anche in quello agrumicolo sta assumendo contorni grotteschi e drammatici la differenza tra chi si attiene a regole serie e inflessibili e quanti, in altri Paesi, aumentano la loro competitività sui mercati grazie a normative meno stringenti sia sul costo del lavoro che sui trattamenti cui sottopongono i prodotti», si legge nella nota diffusa da CIA Agricoltori Italiani di Puglia.

«Se davvero vogliamo praticare la Sovranità Alimentare, è necessario che il Governo italiano non lasci nulla di intentato, in Europa, per uniformare gli standard, facendo in modo che almeno gli Stati dell’Ue adottino regole comuni per non fare concorrenza sleale. In tutta la Puglia, così come nel resto d’Italia, CIA Agricoltori Italiani sta lavorando per favorire le Organizzazioni di Produttori, le cooperative e una filiera che faccia anche trasformazione per conservare il valore aggiunto del settore agrumicolo. Assieme alle istituzioni di ogni livello, è necessario avviare una grande campagna informativa e di promozione dei nostri agrumi, perché se le aziende agrumicole chiudono, il danno lo pagheremo sia come sistema-Paese che come consumatori».

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