I Finanzieri del Comando provinciale di Bari stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo avente per oggetto le disponibilità finanziarie di due società a responsabilità limitata, con sede a Bari, per un valore complessivo di circa 200mila euro, quale profitto del reato di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici per gli anni d’imposta 2013, 2014 e 2017.
Il decreto di sequestro preventivo – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta di questo Ufficio giudiziario (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) – costituisce l’epilogo di indagini di polizia giudiziaria, delegate al Gruppo Tutela Mercato Capitali del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Bari, nel cui ambito sarebbe emerso, tra l’altro, che le società destinatarie del provvedimento cautelare reale avrebbero stipulato diversi contratti con un noto intermediario bancario, quest’ultimo in qualità di committente, aventi ad oggetto lo svolgimento di attività di consulenza fiscale e contabile, nonché l’esecuzione di ulteriori prestazioni di natura direzionale e strategica, rivelatesi inesistenti.
In tale contesto, secondo l’impostazione accusatoria accolta dal G.I.P. (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), gli indagati – uno dei quali aveva ricoperto l’incarico di direttore di una Sezione staccata della Commissione Tributaria Regionale della Puglia – avrebbero annotato nelle scritture contabili costi per spese mai sostenute, pari a circa 700 mila euro, al fine di ridurre indebitamente la base imponibile IRES attraverso artifici contabili.
Considerato l’elevato valore indiziario degli elementi acquisiti dal Nucleo PEF Bari, questa Procura – in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione anche della “confisca per equivalente” – ha avanzato una richiesta di sequestro di beni ed utilità, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dalla presunta evasione. Il G.I.P., aderendo alla richiesta, ha quindi emesso il decreto di sequestro preventivo dei beni nella disponibilità delle imprese e dei rispettivi amministratori.
Gli esiti dell’attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato da questa Procura della Repubblica – in stretta sinergia con il Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Bari – per la repressione del grave fenomeno dell’evasione fiscale, a tutela dei cittadini e degli imprenditori rispettosi delle regole, al fine di assicurare l’equità sociale quale condizione fondamentale del benessere della collettività.