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Infarti e ictus dopo il Covid, impennata entro i 30 giorni

Pubblicato da: redazione | Dom, 30 Ottobre 2022 - 15:11

Il Covid può aumentare considerevolmente il rischio di eventi cardiovascolari anche seri come infarto, ictus o trombi e anche il rischio di morte nei mesi successivi alla guarigione. Il rischio è più alto nei primi 30 giorni, ma rimane elevato anche dopo un certo periodo di tempo. Lo rivela un ampio studio della UK Biobank, pubblicato sulla Heart. Il lavoro ha coinvolto 53.613 individui, di cui 17.871 hanno avuto il Covid tra marzo 2020 e marzo 2021.

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Dei pazienti Covid, 2700 sono stati ricoverati a causa dell’infezione, mentre circa 860 per altre cause. Il resto dei pazienti non ha avuto bisogno di assistenza ospedaliera. E’ emerso che, rispetto ai loro coetanei che non avevano contratto il virus, coloro che lo hanno avuto ma non sono stati ricoverati in ospedale per l’infezione avevano un rischio quasi 3 volte maggiore di avere un coagulo di sangue (trombosi venosa) e più di 10 volte maggiore di morire per qualsiasi causa. Coloro che sono stati ricoverati in ospedale a causa del Covid avevano un rischio più elevato di tutti gli esiti considerati. Avevano una probabilità di 27 volte maggiore di sviluppare un trombo venoso, una probabilità di 21,5 volte maggiore di diagnosi di insufficienza cardiaca e 17,5 volte maggiore di ictus. Il rischio di diagnosi di fibrillazione atriale era quasi 15 volte superiore, quello di pericardite quasi 14 volte superiore e quello di infarto quasi 10 volte superiore. Anche i decessi sono stati più elevati tra i guariti Covid: i ricoverati per il virus avevano una probabilità 118 volte maggiore di morire rispetto a quelli che non avevano bisogno di cure ospedaliere, mentre i pazienti Covid ricoverati per altri motivi avevano probabilità 64 volte maggiore di morire.

La maggior parte delle diagnosi di malattie cardiovascolari, in particolare fibrillazione atriale, trombosi, pericardite e morte per qualsiasi causa, si è verificata entro i primi 30 giorni dall’infezione e tra i ricoverati in ospedale per il Covid. I risultati suggeriscono l’opportunità di fare una profilassi terapeutica a base di farmaci anticoagulanti di almeno una settimana nei pazienti Covid, specie quelli a rischio.

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