Al via a Bari il primo Centro Antidiscriminazioni del Comune. Il centro, in particolare, è presentato questa mattina. Nel corsdo dell’evento sono state annunciate anche diverse iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza e a sostenere le persone vittime di discriminazione o violenza o che si trovino in condizioni di vulnerabilità legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Obiettivo, offrire ascolto, sostegno psicologico e tutela legale nel tentativo di supportare l’inserimento sociale delle vittime.
All’incontro sono intervenuti l’assessore al Welfare Francesca Bottalico, il coordinatore dell’UNAR della presidenza del Consiglio dei Ministri Mattia Peradotto e la coordinatrice del Centro antidiscriminazioni Marika Massara, il responsabile dell’Area Minori e Famiglie dell’assessorato al Welfare Francesco Elia, i referenti istituzionali dei partner di progetto, la delegata del rettore dell’Università degli studi Aldo Moro per i servizi agli studenti e il diritto allo studio Antonietta Curci, Clorinda Giovanna Benedetto di A.G.E.D.O. e Asia Iurlo di Zona Franka e Nicola Biancofiore, consigliere incarticato dal sindaco per il coordinamento delle politiche LGBTQI+.
II Centro Antidiscriminazioni, gestito dalla cooperativa sociale Medihospes nell’ambito delle attività della Rete dei Centri Antiviolenza SanFra, ha ricevuto un finanziamento pubblico per la fase di start up e per il primo anno di attività da UNAR – Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, risultando primo nella graduatoria nazionale dei progetti presentati dai Comuni italiani in risposta all’avviso di Dipartimento per le Pari opportunità e UNAR della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Centro, più nello specifico, offre servizi di ascolto e sostegno psicologico, sociale, legale rivolti a persone vittime di discriminazione o violenza o che si trovino in condizioni di vulnerabilità legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere. È attivo in diverse sedi territoriali presso gli sportelli avviati nei Centri servizi per famiglie di Japigia (via Giustina Rocca 9), Torre a Mare (via Morelli e Silvati), Carbonara (via Costruttori di Pace) e San Pio (via della Felicità). A questi si aggiungeranno a breve altri sportelli antidiscriminazione negli spazi delle Università baresi.
Nel dettaglio, tra i servizi erogati, tutti gratuiti, vi sono la consulenza psicologica, sociale, legale, l’organizzazione di gruppi di mutuo aiuto, di sostegno e parola per adulti, minori e genitori, l’ascolto telefonico, il pronto intervento in emergenza (attivo H24) e l’inserimento in strutture di accoglienza nonché interventi di orientamento lavorativo e supporto all’attivazione di misure di autonomia socio-economica e abitativa. Tra gli obiettivi del centro, la promozione di percorsi di sensibilizzazione, informazione, prevenzione e formazione sul tema delle discriminazione: nel corso della presentazione odierna è stato proiettato lo spot girato in collaborazione con il BiG Bari International Gender Festival (disponibile al link https://we.tl/t-IzWBmcosqr), che illustra i servizi offerti dal Centro a supporto delle vittime .
Tra le attività in partenza, a dicembre, in rete con le istituzioni del territorio, prenderà il via un percorso di formazione volto a favorire una migliore conoscenza del fenomeno e delle modalità di presa in carico e orientamento delle vittime e di chi esprime un bisogno e/o una richiesta di aiuto. Il percorso, organizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro e il dipartimento FOR.PSI.COM, è rivolto a studentesse e studenti, operatori del welfare cittadino e delle istituzioni pubbliche e private, Forze dell’ordine, assistenti sociali e operatori, prevede moduli teorici alternati a laboratori esperienziali con il patrocinio degli Ordini degli Assistenti Sociali e Psicologi e degli Avvocati. Durante le lezioni, ai partecipanti saranno forniti strumenti teorico-applicativi e di conoscenza dei diritti e della tutela delle persone LGBTQI+ con specifico riferimento ai contesti di esperienza professionale di ciascuno. Sono previste anche testimonianze delle associazioni LGBTQI+ impegnate a livello locale e nazionale sulle questioni e temi oggetto della formazione.
Nel corso dell’incontro di presentazione, inoltre, sono stati presentati i progetti socio-culturali finanziati dall’assessorato al Welfare nell’ambito del PAC – Piano di azione cittadino di contrasto alle discriminazioni e violenze omolesbotrasfobiche, in rete con il Centro Antidiscriminazioni, il delegato comunale Nicola Biancofiore, l’Ufficio e il Tavolo LGBTQI+ e co-progettati con l’associazione Zona Franka che prevedono la realizzazione di un’indagine sugli effetti delle discriminazioni per genere e orientamento sessuale tra le fasce giovanili e la costituzione di un Osservatorio permanente sul fenomeno con gruppi di ascolto e parola con i giovani universitari. Sarà l’A.G.E.D.O Puglia – sezione Bari a curare i gruppi di sostegno e parola tra genitori e adulti, gli sportelli di ascolto scolastici e i laboratori sugli stereotipi di genere e di sensibilizzazione sul bullismo omofobico. A sostegno delle iniziative di sensibilizzazione promosse in città, da domani, 12 ottobre, l’associazioneRetake Bari con l’artista Giuseppe D’Asta curerà la realizzazione di un murales raffigurante Raffaella Carrà, icona e punto di riferimento per le persone LGBTQI+, lungo il muro di via Duca degli Abruzzi coinvolgendo a tal fine gli adolescenti che frequentano i Centri socio-educativi della città.
“È un momento importante dal punto di vista sociale, culturale e politico e anche amministrativo, un passaggio fondamentale a tutela di quanti quotidianamente sono vittime di discriminazione – ha dichiarato Francesca Bottalico -. Sono tante le richieste di auto che arrivano agli sportelli di ascolto dei servizi del welfare cittadino da parte delle vittime, delle famiglie, di insegnanti e adolescenti. Il centro nasce grazie a un lavoro lungo, impegnativo e complesso, come spesso sono le politiche costruite a tutela delle minoranze, svolto attraverso un confronto vivace, di analisi, progettazione, co-programmazione degli interventi con una progettualità sviluppata sui prossimi 4 anni” – ha proseguito ringraziando chi ha reso possibile il traguardo. Oggi non solo presentiamo un nuovo servizio di tutela, accompagnamento e sostegno alle vittime – ha detto infine – ma avviamo un programma di formazione, contrasto agli stereotipi ed educazione rivolto a tutti e a tutte a partire dai più piccoli per continuare a lavorare ogni giorno affinché la violenza e la discriminazione legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere non trovino terreno fertile” – ha concluso. Alle sue parole fanno eco quelle di Mattia Peradotto.
“È un progetto importante che consente di vedere come si sostanzia sul territorio l’avviso pubblicato da UNAR a livello nazionale – ha commentato -. Qui da Bari parte una progettualità rilevante in collaborazione con le realtà territoriali e associative che insieme al Comune mettono in campo una risposta ad alcune necessità specifiche per la presa in carico di una serie di vulnerabilità della comunità LGBTQI+. Penso sia solo il primo passo verso la strutturazione di rete ancora più forte che UNAR cotinuerà a sostenere grazie alle risorse previste per legge per questa tipologia di centri”.
“Grazie all’UNAR, all’assessorato al Welfare del Comune di Bari e al costante impegno dell’Equipe di Medihospes, stiamo lavorando in rete con tutte le Istituzioni coinvolte nel progetto, per la costruzione di buone prassi negli interventi in favore delle vittime di discriminazione e violenza legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere – ha proseguito invece Marika Massara -. Il percorso di formazione ci permetterà di iniziare a parlare un linguaggio comune che è alla base di questo processo. La raccolta dei dati attraverso specifiche schede di segnalazione e la costituzione di una cabina di regia, sono i primi passi per costruire strategie tempestive ed efficaci di intervento a tutela delle vittime. Parallelamente, di fondamentale importanza, è la sensibilizzazione e la prevenzione a partire dalle più piccole fasce d’età al fine di sradicare gli stereotipi e i pregiudizi alla base di questi crimini e agevolare una cultura dell’accoglienza, dell’ascolto e dell’inclusione che contrasti ogni forma di discriminazione”.
“L’Università di Bari ha una lunga storia di collaborazione con l’assessorato comunale al Welfare – ha ricordato Antonietta Curci – che, tra le altre cose, ha portato all’attivazione di sportelli antiviolenza nell’università già durante la pandemia. Per questo progetto cureremo sia la parte della ricerca sia quella relativa alla formazione, rivolta non solo agli studenti ma anche a tutto il territorio con iniziative ad hocaperte alla partecipazione di enti, associazioni e personale della pubblica amministrazione. Concretamente, quindi, gli sportelli Uniba lavoreranno in sinergia con gli sportelli di questo nuovo servizio”. “A.GE.D.O. è un’associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBTQI+ che ha come obiettivo, a livello statutario, l’accoglienza, l’ascolto e la prevenzione del disagio vissuto dai genitori dopo il coming out di figli e figlie – ha spiegato Clorinda Giovanna Benedetto -. Al contempo offre aiuto e solidarietà alle persone LGBTQI+ per la sofferenza e il disagio causati dal rifiuto della famiglia e della società. Gli obiettivi di Agedo Puglia Bari, dunque, sono in linea con le azioni previste dal bando dell’assessorato al Welfare per la costituzione del Centro Antidiscriminazioni legate a orientamento sessuale e diversa identità di genere. Siamo felici di essere parte di qusto progetto, per il quale seguiremo in particolare lo Sportello di ascolto e consulenza psicologica nelle scuole”
“Con le associazioni del tavolo tecnico LGBTQI+ del Comune di Bari, abbiamo ritenuto fondamentale, sin dal primo momento, che la nostra città partecipasse al bando UNAR – ha sottolineato Asia Iurlo -. Il Centro Antidiscriminazioni rappresenterà uno strumento importante nella lotta all’omo-lesbo-bi-transfobia. Sul modello delle esperienze dei Centri Antiviolenza, si dovrà lavorare per strutturare e garantire un futuro a questi servizi, nonché per quantificare realmente l’impatto della violenza e dell’odio verso le persone LGBTQI+ nel nostro territorio. Il lavoro congiunto con il terzo settore e con la comunità LGBTQI+ sarà centrale. Il contributo che porteremo come Zona Franka partirà da questo, e da una riflessione: l’omolesbobitransfobia non è un fatto casuale, o episodi isolati che viviamo nella nostra giornata. È una violenza costante che spinge tante e tanti alla marginalità sociale, alla povertà, alla mancanza di cure mediche, di lavoro, di istruzione”.
“Esprimo grande soddisfazione per la partenza di un servizio fondamentale per la comunità LGBTQI+ e per tutta la cittadinanza – ha concluso infine Nicola Biancofiore -. Questo Centro è stato voluto fortemente dall’amministrazione e la sua nascita è frutto di un lavoro intenso e sinergico svolto con l’assessora Bottalico, l’ufficio LGBTQI+ e le associazioni che siedono al tavolo tecnico del Comune di Bari. Un grazie speciale va all’UNAR per il finanziamento e per la collaborazione che ci consentono di avviare, per la prima volta nella storia della città, un servizio innovativo per una comunità che ha profondamente bisogno di riferimenti che siano anche istituzionali”.
Il Centro Antidiscriminazioni comunale ha ricevuto, in fase di start up, un finanziamento straordinario da UNAR per un importo pari a 69.000 euro che si aggiunge alla quota di compartecipazione dell’assessorato al Welfare (18.100 euro). Nei prossimi tre anni, nell’ambito dei servizi di contrasto alla violenza, ulteriori 120.000 euro saranno destinati ad attività di formazione rivolte a forze dell’ordine, assistenti sociali ed educatori e al sostegno sociale legale e psicologico alle vittime. Inoltre alle associazioni Agedo e Zona Franka, che hanno aderito al percorso di co-programmazione, sono stati riconosciuti contributi per 17.380 euro.