Bari è la città dove le babysitter sono pagate meno che nel resto d’Italia (7,38 euro euro l’ora di media). Le province con le tariffe più alte (8 euro all’ora) sono Milano e Firenze. Il dato emerge da una indagine condotta dal Babysits, una piattaforma per trovare babysitter online.
Ma quantificare il costo di una babysitter non è così immediato: 7,38 euro è una paga che rappresenta soltanto una media. Molti sono i fattori che incidono sulla tariffa oraria finale. Il primo è senza dubbio l’esperienza. Una babysitter con maggiore esperienza percepisce di più. Come in ogni ambiente di lavoro, maggiore è l’esperienza nel campo, maggiore sarà la paga oraria richiesta.
Inoltre, è necessario specificare che la paga minima è di 6 € lordi all’ora, che può aumentare se si considerano altri lavori che la famiglia richiede alla babysitter: maggiori sono le mansioni, maggiore è l’incremento del il prezzo orario finale di babysitting. Inoltre tutto dipende dall’età della collaboratrice, se deve svolgere faccende domestiche, se deve aiutare nel fare i compiti, se ha la patente e se magari dovesse occuparsi di animali domestici.
A Bari in questi giorni si è assistito ad un incremento notevole della domanda di aiuto da parte della mamme, la maggior parte delle quali deve destreggiarsi tra casa e lavoro. “Noi ci affidiamo alla babysitter – spiega Francesca, mamma di due bambini – per motivi di lavoro. Sia io che il papà non siamo a casa prima delle 16.30”. Il problema è lo stesso per Tiziana che dice di avere la “babysitter per abitudine consolidata da sempre, sia per il benessere dei bambini sia per necessità lavorative e familiari”. Entrambe dicono di pagare la collaboratrice 6 euro all’ora. “Ma ovviamente – spiega Tiziana – tutto dipende dall’esperienza e dalle mansioni che le affido”.
Alla luce della variazione del costo della vita, con l’accordo siglato il 2 febbraio 2022 dal Ministero del Lavoro e dalle associazioni sindacali di categoria sono stati fissati i nuovi valori minimi da corrispondere in busta paga ai lavoratori domestici. (In fondo all’articolo si riporta tabella). Le varie categorie tengono conto del livello di specializzazione dei lavoratori partendo, quindi, dai collaboratori domestici inesperti (livello A) fino a quelli altamente specializzati (Livello DS). È poi prevista una distinzione tra collaboratori conviventi, anche part-time, non conviventi e lavoratori che svolgono assistenza notturna.