In Puglia nessuna assunzione di nuovi dirigenti scolastici. Quaranta scuole sono senza preside, nonostante i numerosi vincitori di concorso ancora da assumere e i tanti dirigenti pugliesi in servizio in altre regioni. La preoccupazione è dell’associazione nazionale presidi che si domanda: “Chi si preoccupa dell’efficienza e dell’efficacia del sistema scolastico? A parole, tutti: tutti (o quasi), ad esempio, concordano sull’importanza di avere – a tal fine – una dirigenza scolastica stabile e motivata in tutte le scuole. Nella realtà, però – proseguono in una nota – dobbiamo constatare che nonostante il numero notevolissimo di oltre 3.500 vincitori del maxiconcorso dirigenziale indetto 5 anni fa, delle 317 nuove assunzioni disposte in totale quest’anno dal Ministero dell’Istruzione nessuna toccherà alla Puglia, come a diverse altre regioni”.
E ancora: “Avremo perciò molte centinaia di scuole senza dirigente. Solo in Puglia saranno circa 40, che saranno affidate in reggenza ad un dirigente già in servizio; e molte di esse, alcune anche grandi e complesse, sono in questa condizione già da anni. Troppo lunga e noiosa sarebbe l’analisi delle cause specifiche che portano ogni anno a questa situazione. Alle incongruenze di leggi e decreti che regolano la materia, delle quali è responsabile una classe politica distratta o superficiale, quando non palesemente incompetente sul piano tecnico, si sommano le tradizionali politiche di tagli alla spesa che comprimono gli organici reali rispetto ai fabbisogni effettivi dei territori, lasciando larghe aree di scopertura dei servizi”.
“Basti dire qui che – sottolineano – non è più tollerabile che vi siano scuole di serie A e di serie B: queste ultime, avendo un numero di alunni minore di 600, non possono – stando alle norme vigenti – avere un dirigente se non fino al 31 agosto 2024. Pertanto, su di esse non possono effettuarsi nuove assunzioni, in quanto ai nuovi assunti spetta un incarico di almeno 3 anni scolastici, quindi fino al 2025. Ma c’è di più: per ogni dirigente che attualmente occupa una di quelle scuole, va “accantonata” in regione una sede di serie A (ossia con numero di alunni superiore a 600), che pertanto rimarrà a sua volta priva di dirigente e sarà affidata in reggenza.
Un meccanismo perverso e difficilmente comprensibile, che si potrà superare solo quando la politica deciderà – come chiediamo da anni – di stabilire parametri dimensionali che portino a definire, in ogni regione, quante scuole il territorio possa “sostenere” sia in termini di servizio da erogare che di costi da finanziare, senza più alcuna distinzione fra di esse in base al numero di alunni che le frequentano: se si decide che una determinata scuola è al servizio del territorio in cui ha sede, allora – piccola o grande che sia – deve avere tutte le condizioni, gli strumenti e le risorse per operare, prima di tutto la sua dirigenza, da assicurare nel modo più stabile possibile.
Sono 12 anni che attendiamo l’affermazione di questo concetto e la sua traduzione in termini pratici. Su di esso si sarebbe dovuta pronunciare la Conferenza Stato-Regioni, per poi affidare alla politica la sua trasposizione in legge. Ma ancora non si vede niente. E, con i tempi che corrono, è lecito chiedersi quanto dovremo ancora aspettare. Nel frattempo, assistiamo alla frustrante situazione in base alla quale, con 40 scuole “libere”, non avremo alcuna nuova assunzione in Puglia, con tanti nuovi dirigenti pugliesi, fra i 317 da assumere, che dovranno sistemarsi in regioni anche molto lontane e rimanere lì per almeno 3 anni. E tanti, già nominati negli scorsi anni – concludono – costretti a rimanervi ancora a lungo.