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Bari, 500mila euro per l’inclusione abitativa e lavorativa delle persone migranti: ok al progetto

Pubblicato da: redazione | Lun, 11 Luglio 2022 - 15:00

Inclusione abitativa e lavorativa dei migranti, c’è l’ok al progetto nel Barese: sarà finanziato per 500mila euro. Nell’ambito della Missione 5 del PNRR, dedicata a “Coesione e Inclusione”, l’assessorato comunale al Welfare ha candidato all’avviso nazionale per manifestazione di interesse il progetto “Idee progettuali per l’inclusione dei cittadini di Paesi terzi nelle aree urbane a maggiore vulnerabilità sociale nella Città di Bari: Pitstop project”.

Ad esito dell’avviso, rivolto a 29 enti locali individuati e segnalati dal Ministero, il progetto presentato dalla città di Bari risulta tra i 7 approvati e ammessi a finanziamento con la prima graduatoria. Il 30 maggio scorso la direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha comunicato ufficialmente al Comune di Bari l’approvazione del progetto e il relativo finanziamento, per un importo pari a 500.000 euro.

“Pitstop project” si prefigge in particolare di attivare azioni strutturate per la ricerca di alloggi e la conciliazione vita-lavoro in favore di persone straniere regolarmente soggiornanti sul territorio comunale, che versano in condizioni di svantaggio e/o vulnerabilità, prese in carico dal Servizio sociale professionale. L’idea progettuale si suddivide in due linee di intervento: Linea 1: inclusione abitativa – “Essere a casa”, che si concretizza nell’housing first, con un budget di 372.000,00 euro; Linea 2: inclusione socio-lavorativa – “Toolkit for my work experience”, che si concretizza in azioni di sostegno affinché i beneficiari affinché siano messi nelle condizioni di trovare un’occupazione e di mantenere l’impiego, con un budget di 93.000 euro.

“Grazie al finanziamento di questo nuovo progetto – commenta l’assessore al Welfare Francesca Bottalico – potremo ampliare e consolidare le sperimentazioni avviate in questi anni con le esperienze di housing first e di accompagnamento socio-lavorativo, con l’obiettivo di favorire l’autonomia e l’emancipazione dei cittadini più fragili e vulnerabili, a partire dalle persone migranti e senza dimora e da coloro che si trovano in situazioni di povertà estrema. Per dar corpo alle azioni previste dal progetto costruiremo interlocuzioni qualificate con i soggetti istituzionali e le realtà informali che si occupano di casa e lavoro, in modo da dare maggior respiro e possibilità di riuscita ai percorsi di autonomia abitativa e lavorativa tagliati sulle esigenze dei singoli beneficiari” – ha sottolineato.

“In particolare – ha aggiunto – per realizzare l’inserimento abitativo attraverso l’accompagnamento sociale, avremo bisogno non solo di un maggiore investimento finanziario, di presa in carico e di coordinamento ma anche del coinvolgimento e della disponibilità di proprietari di abitazioni sfitte o di enti del volontariato o ecclesiastici titolari di strutture vuote o parzialmente inutilizzate. Crediamo che questo progetto, complementare alle azioni di orientamento, accoglienza e accompagnamento già offerte dai servizi e dalle strutture cittadine, possa rappresentare una ulteriore risorsa preziosa per la realizzazione dei progetti individualizzati” – ha concluso.

Per quanto riguarda la Linea di azione 1, il dato di partenza è che nella fase di avvio di un progetto di autonomia molte famiglie straniere, in assenza di risorse sufficienti, hanno necessità di essere sostenute con particolare riferimento al disagio abitativo. La mancata considerazione della questione abitativa rappresenta infatti un ostacolo oggettivo alla costruzione di un percorso individualizzato di uscita dalla situazione di difficoltà, con la riduzione della capacità di risposta delle politiche settoriali sociali, formative e occupazionali e il contestuale aumento del rischio di marginalizzazione sociale e povertà. Poter finalmente contare sulla disponibilità di una casa significa non solo avere la sicurezza di un tetto, ma anche affrancarsi dal sistema dell’accoglienza e avere un luogo sicuro dove esprimere la propria individualità.

In quest’ottica sarà data priorità alle persone più vulnerabili, che fuoriescono dai sistemi di accoglienza (SAI, dormitori, case di comunità) o sono destinatarie di provvedimenti di sfratto o devono mantenere una casa ma versano in condizioni di difficoltà o, ancora, vivono in strutture fatiscenti e non accedono al sistema di accoglienza. Per i casi che verranno individuati e segnalati dai Servizi sociali, in un’ottica di integrazione e valorizzazione delle risorse e dei servizi, si procederà a: costituire un’equipe con l’assistente sociale referente, gli eventuali servizi sanitari coinvolti nel caso, le eventuali organizzazioni/associazioni che operano sul territorio, un tutor designato e il coordinatore comunale; individuare i bisogni e le necessità che attengono alla dimensione familiare e domestica, in un’accezione “globale”, in una fase iniziale e intermedia del progetto individualizzato; definire la durata del progetto individualizzato e un piano preventivo di interventi, consistenti in misure di sostegno per l’autonomia che potranno essere dettagliati nel PAI (Piano assistenziale individualizzato); individuare le azioni di sostegno e accompagnamento del tutor per la realizzazione del piano di intervento: realizzazione delle azioni di sostegno e accompagnamento previste da PAI.

La seconda macroarea progettuale – Linea 2 – prevede tutte quelle azioni di supporto che mettano i beneficiari nella condizione di trovare un’occupazione lavorativa o di mantenere un impiego. Analogamente a quanto previsto dalla Linea 1, questa seconda linea intende favorire l’inclusione formativa e lavorativa dei destinatari, dando priorità alle categorie più vulnerabili, attraverso l’erogazione delle misure di sostegno all’autonomia come previste dal PAI. Alla base dei progetti di autonomia vi è infatti la necessità formare adeguatamente e/o di avviare singoli e famiglie ad attività lavorative regolari che possano rappresentare fonte di sostentamento per una vita dignitosa.

In tale direzione sono ipotizzate forme di sostegno economico atte a garantire la partecipazione dei beneficiari a corsi di formazione o a soddisfare bisogni collaterali, ad esempio le spese di trasporto per raggiungere la sede dell’ente di formazione o del luogo di lavoro, per il conseguimento della patente di guida, per il rinnovo dei documenti o per il riconoscimento del titolo di studio. Centrale sarà comunque il ruolo del beneficiario, che non dovrà essere considerato mero destinatario del progetto ma un attore protagonista con compiti e responsabilità individuati in tutte le fasi progettuali. A seconda del piano di interventi che verrà concordato con ciascun beneficiario in base alle sue necessità, l’ente gestore del servizio da appaltare si occuperà di erogare i sostegni economici necessari.

In quest’ottica i destinatari individuati e segnalati dal Servizio sociale professionale potranno eventualmente accedere cumulativamente a più misure per favorire il raggiungimento dell’obiettivo concordato. La stima è quella di poter raggiungere almeno 40 destinatari con la Linea di intervento 1 e almeno 15 beneficiari con la Linea di intervento 2 Per la realizzazione dei servizi di accompagnamento e monitoraggio previsti per i beneficiari, il Comune – assessorato al Welfare si avvarrà di enti del Terzo settore, individuati tramite procedure di affidamento di contratti pubblici. Il progetto avrà la durata di 24 mesi.

Foto repertorio

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