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Covid, picco di contagi tra operatori sanitari: “Ospedali al collasso, manca il personale”

Pubblicato da: redazione | Lun, 11 Luglio 2022 - 16:40

“Il nuovo picco di contagi tra gli operatori sanitari, legato a quanto dicono gli esperti, ad una nuova sottovariante di Omicron, rischia seriamente di mettere in ginocchio le già fragili fondamenta di un sistema sanitario ampiamente barcollante di suo”. È quanto dichiarato da Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, fortemente preoccupato per la situazione che stanno vivendo alcune regioni in particolare.

Solo nell’ultima settimana, secondo quanto emerso dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, si è passati da una media di 534 infettati, a una di 833 professionisti al giorno. Il picco, ad oggi, è oltre il 50%. Il numero, ha voluto sottolineare De Palma, “rispecchia l’allarme del Gimbe che parla del 55% in più di nuovi contagi a livello nazionale”.

“Del resto – ha proseguito – come negare che gli infermieri sono sempre i più esposti al rischio: e i dati INAIL non sono certo cambiati e mettono in evidenza che oltre l’80% del personale sanitario che viene contagiato appartiene alla nostra categoria professionale. Se da un lato il picco delle nuove infezioni non può lasciarci indifferenti e occorre quindi attivare tutti i meccanismi di tutela per gli operatori sanitari, dall’altra la voragine che rischia di aprirsi negli ospedali, con una carenza strutturale di 80mila infermieri, a cui si aggiungono contagiati che di fatto restano a casa in isolamento e operatori sanitari in ferie, può diventare davvero incolmabile” – ha aggiunto.

Attualmente, le situazioni più delicate riguardano gli ospedali del Veneto, Emilia Romagna e Campania. Nell’occhio del ciclone, secondo quanto emerso, c’è ancora una volta il Cardarelli di Napoli, dove, sottolinea De Palma “ci raccontano di infermieri,  in reparti come ortopedia e medicina fisica, costretti nuovamente a turni di 12 ore”.

“Una situazione non nuova – ha detto ancora – ma che non può certo passare sotto traccia, come se stessimo vivendo la normalità assoluta. La problematica è ulteriormente aggravata dal fatto che, in molti casi, nel turno pomeridiano e notturno non è presente neanche il personale di supporto per le attività ad esso collegate e che ricadono sull’infermiere presente, con il demansionamento che ne consegue. Da Piacenza a Rimini sale il numero dei contagiati fra il personale sanitario in Emilia Romagna. Al momento sarebbero in isolamento 1.300 operatori sanitari, il 3% circa del totale. Qui rischiamo un nuovo tracollo, continua De Palma. E soprattutto sembra chiaro che due anni di pandemia non ci hanno insegnato nulla. Senza un piano di coraggiose assunzioni potremmo essere davvero di fronte a una caporetto” – ha evidenziato.

Adesso, l’appello è rivolto al Governo affinché metta a disposizione un piano efficace. “Il governo deve mettere a disposizione nell’ambito di un indispensabile piano di prevenzione, un vaccino innanzitutto efficace contro Omicron 5, a cui possano ricorrere tutti quegli operatori sanitari che ritengano opportuno di sottoporsi a una nuova dose, ovvero la quarta. Abbiamo bisogno di normative chiare in tal senso, ma va richiamata, in questo momento lo riteniamo più che mai necessario, anche la posizione di quella parte di infermieri che è contraria ad una nuova norma che, in qualche modo, estende l’obbligatorietà del vaccino. La scienza è concorde nel ritenere che, rispetto al passato e con la varianti correnti, il rischio collettivo non possa considerarsi sovrapponibile a quello indotto dalle precedenti versioni del Sars Cov 2. Prevedere oggi una nuova disposizione che estende ulteriormente l’obbligo vaccinale per i professionisti della salute per noi non e’ necessario, se si considera la pressoché totale percentuale di adesioni alle campagne vaccinali già raggiunte tra questi ultimi. Non dimentichiamo – ha detto infine – che qui si parla di un contesto molto delicato, che tange la sfera delle scelte e dei diritti umani, personali e, conseguentemente, quella della dignità di ogni singolo professionista, e tra questi anche quei pochi che non possono o non ritengono, di doversi vaccinare, che si ritroverebbero ancora una volta indotti ad una nuova somministrazione, pena la perdita del proprio stipendio. Ora, noi non ci permettiamo di entrare a gamba tesa nel discorso di chi sostiene che una nuova ed ulteriore dose di vaccino potrebbe avere effetti negativi sul sistema immunitario, questo lo lasciamo dire agli esperti, ma riteniamo opportuno salvaguardare gli interessi degli infermieri e degli altri professionisti sanitari, anche di quei pochi che fanno scelte diverse, purché legittime, e con essi la loro dignità di persone umane e di professionisti” – ha concluso.

Foto repertorio

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