Riceviamo e pubblichiamo dal sindacato Unarma Puglia.
“E’ apparso l’altro giorno, 29 giugno u.s., su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, un articolo dal titolo “Carabiniere a festa con pregiudicati, Tar Puglia annulla trasferimento in Campania”. Il riferimento è ad un Carabiniere all’epoca in servizio a Modugno, in Puglia, che il giorno 26 settembre 2020 aveva partecipato ad una festa per il diciottesimo del figlio della sua convivente in cui, tra un centinaio di persone, era presente qualcuno gravato da precedenti penali. Per tale ragione l’Arma dei Carabinieri lo aveva trasferito dalla cittadina del capoluogo barese a Napoli, in Campania. Un trasferimento scaturito certamente dall’ambigua vicenda e chiaramente punitivo, tuttavia, sottolinea il Tar Puglia, c’è stata una «marcata assenza di proporzionalità tra le circostanze del fatto e la sanzione adottata» infatti «il provvedimento sanzionatorio – si legge nella sentenza – risulta ampiamente sproporzionato» dal momento che le presunte violazioni riguardano «circostanze che non
sono state in alcun modo provate e sono rimaste del tutto prive di riscontro, incentrate su una occasionale compresenza del ricorrente e di soggetti evidentemente controindicati ad una festa per un diciottesimo, con oltre cento invitati».
Si aggiunga a ciò, si legge ancora nell’articolo, che tale provvedimento veniva adottato dall’amministrazione senza le debite garanzie di legge, atteso l’omesso avviso al diretto interessato dell’avvio del procedimento amministrativo di trasferimento, circostanza che gli ha impedito ogni opportuna difesa.
UNARMA Associazione Sindacale Carabinieri, nella sua qualità di portatrice di interessi diffusi, con in primis quello della salvaguardia dell’immagine e del benessere del personale dell’Arma dei carabinieri, è però rammaricata dalla scelta del titolo adottato dalla testata giornalistica per pubblicizzare la vicenda, titolo a nostro parere ambiguo e fuorviante: “Carabiniere a festa con pregiudicati”. Infatti, così proposto, sembra quasi che il carabiniere abbia consapevolmente banchettato e fatto baldoria con dei pregiudicati o addirittura organizzato la festa e questo, soprattutto per chi si ferma al solo titolo, è già di per sé sufficiente ad indurre ad un più che probabile errore di considerazione. Non possiamo pertanto restare silenti dinanzi alla disarmante superficialità del titolo utilizzato dall’autore dell’articolo giornalistico in relazione al reale contenuto dell’articolo medesimo poiché esso, piuttosto che stigmatizzare il comportamento di chi ha ingiustamente trasferito il collega, con grave danno per lui, ma anche per l’erario – determinato quest’ultimo dalla condanna
dell’amministrazione alle spese legali – ha preferito pubblicare un titolo che fa invece apparire l’accoglimento del Tar in suo favore, quasi come un’iniquità nei confronti dell’amministrazione e nientemeno una seconda condanna per lo stesso carabiniere (la prima si riferisce chiaramente all’ingiusto trasferimento).
Siamo convinti che i mezzi di comunicazione costituiscano da sempre uno strumento di incredibile valenza, influenza ed indirizzo sociale ed è per questo che siamo altresì certi che il loro utilizzo debba avvenire con la minor possibilità interpretativa e senza locuzioni equivoche – specialmente nella scelta dei titoli – che possano anche minimamente indurre il lettore a considerazioni differenti se non, talvolta, del tutto opposte alla realtà dei fatti. Teniamo molto a far conoscere, in tal senso, il pensiero innovatore del nostro sindacato, volto ad un vero cambiamento, in melius, del mondo con le stellette, ove la rettitudine, l’onestà, la correttezza ed il rispetto devono essere valori imprescindibili tanto nell’animo dei singoli carabinieri, di ogni ruolo e grado, quanto dell’intera istituzione.