Le forze russe si consolidano nel Donbass. E sebbene “Severodonetsk, Lysychansk e altre città dell’est stiano ancora in piedi” e le truppe di Kiev abbiano contrattaccato a Kherson, nel sud, l’Ucraina sta perdendo la prima linea contro la Russia per mancanza di armi.
L’amara constatazione arriva direttamente dall’intelligence ucraina, che rilancia l’appello – peraltro mai cessato – agli occidentali a fornire le armi necessarie a Kiev per respingere l’invasione di Vladimir Putin. Appello al quale – a detta del governo di Volodymyr Zelensky – gli alleati rispondono sempre più lentamente e con minore generosità di quanto si aspettasse all’inizio.
Il sindaco di Mariupol parla di edifici abbattuti dai russi con all’interno ancora cadaveri, che finiscono in discarica con le macerie. Il primo cittadino – fuggito da Mariupol verso il territorio controllato dall’Ucraina -, afferma che in un primo tempo “gli occupanti hanno coinvolto i residenti di Mariupol nello smantellare con cura le macerie” ma quando poi hanno visto il numero effettivo di corpi che venivano trovati hanno immediatamente fatto allontanare i residenti locali. “Il numero reale di cadaveri sotto le macerie delle case distrutte è spaventoso – scrive Boychenko sul canale Telegram del Consiglio comunale di Mariupol -. Tra le 50 e le 100 persone sono state uccise in quasi tutti gli edifici distrutti e 1.300 palazzi sono stati abbattuti” in città. Il sindaco aggiunge che poiché la demolizione degli edifici è stata effettuata indiscriminatamente, i corpi dei residenti di Mariupol uccisi nei combattimenti sono stati portati in discarica insieme alle macerie. Il Comune di Mariupol ritiene che almeno 22.000 residenti della città ucraina sudorientale siano stati uccisi durante i primi tre mesi di guerra. “Purtroppo il numero reale delle persone uccise potrebbe essere molto più alto di quanto riportato”, secondo Boychenko.