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Cresce il numero dei fumatori in Italia, 800mila in più rispetto al 2019: “Segnale preoccupante”

Pubblicato da: Francesca Emilio | Gio, 2 Giugno 2022 - 08:00

In Italia, quasi un italiano su quattro è un fumatore. E’ quanto emerso dal report dell’Istituto Superiore Sanità realizzato in occasione della Giornata mondiale senza tabacco (tenutasi lo scorso 31 maggio), secondo il quale, in Italia, ci sono circa 800mila fumatori in più rispetto al 2019, con un consumo di sigarette a tabacco riscaldato addirittura triplicato.

Si tratta, di fatto, del primo incremento significativo dal 2006 e riguarda sia le donne, sia gli uomini. Ad oggi, di fatto, il 24,2% della popolazione è un fumatore. Dopo un lungo periodo di stagnazione, forse anche dopo il periodo dell’emergenza sanitaria, l’incremento è stato di due punti percentuali (nel 2019 era del 22%). Ai dati del report fanno da contraltare le moltissime situazioni sommerse che vedono spesso molti cittadini fumatori non dichiarati, tra loro anche minorenni. La conferma arriva da alcuni genitori nel Barese che hanno affermato di aver colto in flagranza i propri figli i quali gli hanno raccontato di aver iniziato dopo la pandemia, chi per moda, chi perché era un “modo per alleviare lo stress”.

“Ho ancora difficoltà a farlo smettere – ha raccontato Rossella, mamma di un bambino di 13 anni a Borderline24 – mi ha confessato di aver iniziato per gioco, perché incuriosito da alcuni video sulle applicazioni social che usano oggi i piccoli. L’abitudine è diventata poi di gruppo. Oggi, mi ha confessato, si sente meno forte senza una sigaretta in mano. Il percorso è difficile, anche perché purtroppo non posso essere 24 ore su 24 con lui, ma nonostante le tante precauzioni temo non si faccia abbastanza per evitare che accada. Le sigarette, a mio parere, non dovrebbero essere neanche in commercio, andrebbero vietate a tutti, anche agli adulti” – ha concluso.

Entrando nel dettaglio del report, il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene confermato nel 2022: quest’anno infatti si assiste a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi. In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali.  In totale, sono 12,4 milioni i fumatori in Italia. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si registra nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni (42,9), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (24,5%). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi.

Tra i fumatori di sesso maschile si registra anche la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 13,4% delle donne) mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (36,0% rispetto al 31,4% degli uomini). Quasi la metà dei giovani fumatori nella fascia d’età 15-24 anni (49,8%) fuma meno di 9 sigarette al giorno, sebbene il 45,5% di essi consumi tra le 10 e le 19 sigarette/die. Si fumano in media 11,5 sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero di sigarette si conferma in diminuzione, sebbene tale diminuzione consista di fatto nella riduzione di 2 sigarette in 10 anni (erano 13,6 sigarette/die nel 2011), con ancora il 20,4% di fumatori che consumano più di 20 sigarette al giorno. Rispetto all’area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud: 32,6% negli uomini, 21,6% nelle donne. Si fumano principalmente sigarette confezionate (84,9%) e sigarette fatte a mano (14,9%), sebbene queste percentuali siano in diminuzione rispetto a quanto registrato nel 2019 (90,2% per le sigarette tradizionali, 18.3% per le sigarette fatte a mano). Le sigarette fatte a mano sono significativamente più diffuse tra i giovani di sesso maschile e residenti nelle regioni del Centro Italia.

In Italia gli utilizzatori abituali e occasionali di e-cig sono il 2,4% della popolazione, ovvero circa 1.200.000 persone. Dopo un trend che vedeva negli anni precedenti una diminuzione degli utilizzatori, questi nel 2022 sembrano essere di nuovo in aumento (erano il 2,5% nel 2017, 2,1 nel 2018, 1,7% nel 2019). L’81,9% di chi usa la sigaretta elettronica è un fumatore, dunque un consumatore duale che fuma le sigarette tradizionali e contemporaneamente l’e-cig. Il 2,8% dei fumatori abituali o occasionali di sigaretta elettronica sono invece persone che prima di utilizzare l’e-cig non avevano mai fumato sigarette tradizionali. Per quanto riguarda le sigarette a tabacco riscaldato (HTP), queste vengono utilizzate abitualmente o occasionalmente dal 3,3% della popolazione italiana, circa 1.700.000 persone. Il loro consumo è triplicato, passando dall’ 1,1% nel 2019 al 3,3% nel 2022. Relativamente alla percezione del rischio per la salute derivante dall’uso delle sigarette a tabacco riscaldato, si osserva che sebbene la maggioranza dei fumatori (il 52,2%) ritenga che esse siano dannose al pari delle sigarette tradizionali, il 36,6% ritiene che lo siano meno: quest’ultima percezione si è maggiormente diffusa tra i fumatori rispetto a quanto rilevato nel 2019 (era il pensiero del 25,3% dei fumatori). Inoltre, il 38,8% della popolazione (48,4% dei fumatori) ritiene che questa tipologia di prodotti non portino al consumo di sigarette tradizionali mentre il 26,1% degli italiani (37,2% dei fumatori) ritiene che l’esposizione passiva al consumo di sigarette a tabacco riscaldato non faccia male alla salute.

Cresce anche l’allarme per quanto riguarda il fumo passivo. Consentire di fumare in casa ai propri ospiti è un comportamento fortemente correlato allo stato attuale di fumatore. Infatti mentre non consente di far fumare all’interno della propria casa il 45,0% dei fumatori (erano il 48,9% nel 2019), non lo consentono il 75,4% degli ex-fumatori (erano il 74,9% nel 2019) e l’83,5% dei non fumatori (erano l’80,4% nel 2019): in diminuzione pertanto il comportamento virtuoso da parte dei fumatori, ma in aumento il divieto di fumare in casa da parte degli ex-fumatori e dei non fumatori.

Anche l’esposizione dei bambini al fumo passivo in casa è fortemente correlata alla condizione di fumatore: infatti, mentre dichiarano di esporre al fumo passivo i bambini il 22,6% dei fumatori, questa percentuale scende al 5,5% nel caso di ex-fumatori e al 4,7% dei non fumatori. Dopo oltre 15 anni dall’entrata in vigore della legge antifumo (legge Sirchia), il rispetto del divieto di fumo nei luoghi chiusi è diventato un comportamento adottato nella maggior parte dei casi e in tutta Italia con un sostanziale rispetto della legge. Purtroppo l’introduzione sul mercato di prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale (e-cig e sigarette a tabacco riscaldato) ed una legislazione non ancora adeguata ai nuovi scenari del mercato di questi prodotti, stanno rimettendo in discussione l’educazione al comportamento rispettoso nei confronti dei non fumatori. Infatti, il 66,8% degliutilizzatori di e-cig (erano il 62,6% nel 2019) ed il 74,6% dei fumatori di sigarette a tabacco riscaldato (erano il 62% nel 2019) si sentono liberi di usare questi prodotti nei luoghi pubblici (mezzi di trasporto pubblici, privati, locali, bar, ecc..).

Perdere questa abitudine, ad oggi, risulta particolarmente difficile. E’ per questa ragione che il Governo si è attivato con una serie di iniziative, tra queste la piattaforma “Smettodifumare” che offre una mappa geolocalizzata dei Centri Antifumo presenti sul territorio nazionale, ma anche il Telefono Verde Fumo, al quale, dall’inizio della sua attività (nel 2000) si sono rivolte oltre 98.000 persone. Nell’ultimo anno (1 maggio 2021- 30 aprile 2022) sono giunte al Servizio oltre 8.500 telefonate. Secondo i dati, si chiama di più dal Nord (40% delle telefonate totali) poi dal Sud e dalle Isole (37%), ed infine dal Centro del Paese (23%). Chi telefona è quasi sempre un fumatore (92%) ma non mancano le chiamate di familiari e amici che chiedono aiuto per far smettere di fumare i propri cari (7%).

“L’aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione – ha commentato Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS – e rispetto al quale è importante attivare azioni di prevenzione a partire dai più giovani per garantire una vita più lunga, con meno disabilità e qualitativamente migliore per noi e per chi ci vive accanto”. – ha concluso. Alle sue parole fanno eco quelle di Roberta Pacifici, , responsabile del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS. “Il dato di quest’anno – ha dichiarato – ci conferma come la pandemia abbia significativamente influenzato le abitudini al consumo dei prodotti del tabacco e di nicotina degli italiani. I nuovi prodotti del tabacco e le e.cig si sono aggiunti al consumo delle sigarette tradizionali e i loro utilizzatori infatti sono quasi esclusivamente consumatori duali. La falsa percezione di consumare prodotti meno o addirittura non nocivi per la salute e il sentirsi autorizzati ad utilizzarli in ogni luogo, in deroga alla legge Sirchia, stanno certamente incidendo sull’aumento del loro consumo” – ha concluso.

Foto repertorio

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