“È davvero necessario mantenere le mascherine in classe? Una misura di tutela che può trasformarsi in misura eccesiva e pericolosa”. Ne sono convinti i Garanti per l’Infanzia e l’Adolescenza Regionali e delle Province Autonome di Bolzano e Trento che hanno sottoscritto una nota per i ministri alla salute ed all’Istruzione al fine di alleviare le misure restrittive che continuano ad essere in vigore nelle aule scolastiche in misura diversa da quanto avviene per gli adulti nei diversi contesti.
La richiesta parte dai risultati della ricerca “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi” promosso dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza con l’Istituto Superiore di Sanità e con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione che parla di disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo e ritiro sociale, disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva. Più in generale si potrebbe dire che la pandemia ha provocato quella che i professionisti hanno definito una vera e propria “emergenza salute mentale”.
Il rischio di mantenere misure restrittive poco comprensibili e non eque nei confronti dei Minori, oltre a consolidare paura del contagio, rischia di rendere permanenti le patologie sviluppatesi durante la pandemia e di diffonderle su larga scala. I Garanti chiedono, pertanto, una maggiore attenzione valutativa sulle misure da introdurre in ambito scolastico sia dal punto di vista comparativo che della consistenza epidemiologica.
I sottoscritti Garanti sono rimasti delusi nell’apprendere che, sebbene sia stato previsto un rilevante allentamento delle misure di protezione in svariati settori della nostra società a partire dal 1° maggio, ciò non ha riguardato l’ambito scolastico. È un dato certo che stress e disagio psichico tra i giovani siano aumentati in modo allarmante: ciò è stato anche confermato dal recente studio “Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi” promosso dall’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza con l’Istituto Superiore di Sanità e con la collaborazione del Ministero dell’Istruzione.
Secondo l’Autorità Garante dott.ssa Carla Garlatti i problemi del neurosviluppo e della salute mentale di bambini e ragazzi manifestatisi durante la pandemia rischiano di diventare cronici e diffondersi su larga scala. I 90 professionisti interpellati per realizzare la ricerca hanno riferito di disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo e ritiro sociale, disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico.
Più in generale la pandemia ha provocato quella che i professionisti hanno definito una vera e propria “emergenza salute mentale”. Alla luce di questi risultati, è ancora più importante che le misure restrittive, ove necessarie, siano comprensibili, eque e adeguate, per tutte e tutti, ma soprattutto per i minori: per molti giovani è, infatti, difficile comprendere che per loro si applichino regole apparentemente diverse da quelle riservate agli adulti. Oltre a ciò, in questo lungo periodo pandemico, abbiamo fatto l’esperienza che i giovani – che spesso vengono etichettati come disinteressati, ribelli e irresponsabili da molte parti della società – sono stati invece capaci di attenersi alle regole quando era evidente che il loro impegno avrebbe condotto ad un risultato, così come sono stati in grado di capire perché fosse importante rinunciare a qualcosa per un certo periodo di tempo, impegnandosi a fondo. Anche per questo riteniamo importante dare risposte coerenti e concrete alle nostre ragazze e ragazzi e prendere in considerazione le esigenze dei giovani.
Questo vale non solo per le restanti settimane dell’anno scolastico in corso, ma sempre – soprattutto in vista dell’autunno e delle possibili restrizioni in caso di una nuova ondata di contagi. Eventuali nuove misure di contrasto alla pandemia devono essere adattate alla situazione pandemica attuale e applicate in situazioni dove il rischio di contagio è comparabile. Pertanto, se la situazione pandemica dovesse renderle necessarie, possibili misure restrittive non devono riguardare soltanto alunne e alunni ma l’intera popolazione”.