Il Boeing 737-800 di China Eastern, precipitato lo scorso 21 marzo quasi alla velocità del suono, sarebbe stato fatto schiantare intenzionalmente da qualcuno che in quel momento si trovava in cabina di pilotaggio. Nell’incidente hanno perso la vita 123 passeggeri e 9 membri dell’equipaggio.
È quanto emerso in seguito alle dichiarazioni di alcune fonti americane che, una volta letti i dati delle due scatole nere del velivolo disintegratosi in oltre 49 mila pezzi. L’indagine, ufficialmente è gestita dalle autorità cinesi, competenti sull’incidente, ma parte del team investigativo occidentale da giorni non nasconde i malumori per come Pechino sta gestendo il caso.
L’aereo era decollato alle 13.16 locali del 21 marzo. Poco dopo un’ora, in particolare alle 14.17 era entrato nella “Regione di informazioni di volo” di Guangzhou dove tre minuti dopo aveva perso quota senza però lanciare alcun segnale. L’addetto del Centro di controllo d’area designato a gestire il volo, secondo quanto dichiarato, aveva chiamato più volte l’equipaggio senza però ottenere risposta. L’aereo aveva ripreso quota pochi secondi prima dello schianto, poco dopo però il radar aveva smesso di ricevere segnali dal jet in seguito a una ulteriore brusca discesa. Poi lo schianto. Sul fatto sono in corso le indagini.
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