Si è sfiorata la tragedia questa mattina nel carcere di Bari. A darne notizia il sindacato di polizia penitenziaria (Sappe). “Un detenuto locale di circa 40 anni con problemi psichiatrici – scrivono in una nota – ha prima rotto le suppellettili presenti nella stanza e poi gli ha dato fuoco. Alle fiamme anche il materasso che, oltre alle fiamme ha generato molto fumo che ha invaso rapidamente non solo il piano in cui era ristretto, ma l’intera seconda sezione composta da tre piani”.
Fortunatamente – scrivono ancora – il dramma è stata evitato grazie al pronto intervento dell’unico addetto della sezione che prontamente, ha dato l’allarme facendo confluire sul posto tutti i poliziotti in servizio nel turno di notte, circa una dozzina di unità, nonché attivato l’estintore per cercare di spegnere le fiamme. Alla vista del fumo tutti i detenuti ristretti nella seconda sezione, come già detto, si sono svegliati ed hanno iniziato a gridare e battere le stoviglie sulle inferriate.
In questo marasma la professionalità ed il coraggio dei poliziotti sono stati determinanti – sottolineano – poiché una parte di loro si è preoccupata di aprire le stanze e portare i detenuti (circa 130) all’aperto. Ancora una volta tutto finisce bene, ma alcune domande necessitano di risposte immediate poiché eventi simili potrebbero accadere in ogni momento nel carcere di Bari, con risultati disastrosi per tutti.
“Perché – sottolineano – i detenuti con problemi psichiatrici presenti a Bari verrebbero distribuiti nelle varie sezioni detentive abbandonati a se stessi con i poliziotti che nelle ore serali e notturne non possono nemmeno controllarli in maniera adeguata poiché devono gestire più piani contemporaneamente, invece di ospitarli nel centro clinico ove verrebbero controllati da un punto di vista sanitario in maniera più adeguata?
E ancora: “E’ mai possibile che per controllare la sicurezza del carcere di Bari che ospita circa 430 detenuti, molti dei quali appartenenti a pericolosi clan del territorio, nel turno notturno vengano impiegati circa una dozzina di poliziotti? Ed in caso di eventi critici in più reparti cosa accadrebbe? una ecatombe?
Infine: “Perché il carcere di Bari che potrebbe ospitare non più di 260 detenuti (capienza regolamentare), ne contiene di 430(+160% contro il 110% a livello nazionale), mentre l’organico della polizia penitenziaria è rimasto lo stesso previsto per gestire i 260 detenuti?”.
Il SAPPE – concludono – ritiene che la cittadinanza dovrebbe ringraziare questi oscuri lavoratori che in silenzio con coraggio e professionalità fanno un lavoro reso maledettamente difficile, per volontà politiche e del DAP, e che vengono alla ribalta esclusivamente per situazioni negative che ne offendono la dignità e la correttezza”.