“Le biciclette sono mezzi di trasporto, non solo strumenti per fare sport o la passeggiatina domenicale”. Inizia così la risposta dell’associazione Cub, che riunisce un gruppo di ciclisti urbani, alle due petizioni lanciate per fermare la realizzazione di nuovi percorsi dedicati a biciclette e monopattini.
A Bari infatti è sempre più d’attualità il tema della mobilità sostenibile, con un’opinione pubblica quasi divisa a metà. Secondo un recente sondaggio di Ipsos per conto di Greenpeace, solo il 39% degli intervistati sostiene che la mobilità sostenibile sia una priorità per Bari (invece il 61% pensa che sia uno dei tanti problemi).
Così da una parte ci sono le raccolte firme online contro le piste ciclabili da tracciare in via de Rossi e via Quintino Sella, a cui si aggiunge quella contro il ripristino delle piste in corso Vittorio Emanuele dopo i lavori di manutenzione. Dall’altra la voglia di rendere gli spostamenti su due ruote senza motore uno stile di vita, ma in sicurezza.
“È necessario soffermarsi su questa “pericolosità” per gli automobilisti (secondo quanto indicato nei testi delle petizioni ndr), per una serie di motivi tutt’altro che difficili da intuire – raccontano i ciclisti Cab – ma che delineano in maniera chiara e inequivocabile il senso delle proteste contro le ciclabili. Non abbiamo memoria di automobilisti feriti o morti in seguito a incidenti con ciclisti, mentre nel 2021 sono morti in Italia 180 ciclisti (14 in Puglia) e quelli investiti e ricoverati con codice rosso in prognosi riservata sono 989”, continuano sulla base dei dati Asaps.
“Ci auguriamo di trovarvi presto in sella a una bicicletta – continuano i ciclisti rivolgendosi ai firmatari delle petizioni -, per chiedere, magari insieme, sempre più piste ciclabili in città, inclusa quella sul lungomare; per chiedere che siano migliorate le esistenti; per permettere agli studenti di entrare e uscire da scuola in sicurezza, senza auto in doppia e terza file; per chiedere una città fruibile in sicurezza da tutti, dove i bambini possano andare da soli a scuola con la loro biciclettina, come accade in tantissime città del nord Europa”, aggiungono.
“Queste città del Nord sono più civili di noi? – concludono – Noi non lo pensiamo, consideriamo i baresi civili come gli abitanti di Amsterdam, forse solo inconsapevoli della possibilità di vivere semplicemente meglio, in una città bellissima e a misura di passeggiata, bicicletta, monopattino, skateboard, pattini, carrozzella, già da ora, con la sola necessità di una amministrazione che ci creda davvero. Bari cambierà tantissimo quando la tangenziale e i binari saranno spostati: vogliamo che la nuova Bari e i nuovi baresi (i nostri figli) vivano lo stesso incubo di lamiera e smog (il traffico, parlo del traffico) che abbiamo vissuto noi?”
Foto di repertorio