Due nuove mostre sono in calendario al Teatro Margherita. Dal 9 aprile al 12 giugno (inaugurazione l’8 aprile) si terrà una mostra di Bansky “realismo Capitalista”, mentre dal 19 giugno al 28 agosto sarà la volta di Obey “Make art not war” (inaugurazione 18 giugno).
“La promozione e la valorizzazione della cultura, in tutte le sue espressioni – si legge in una delibera del Consiglio Comunale – rappresenta uno dei compiti fondamentale del Comune di Bari, il quale coerentemente con quanto espresso nel suo piano strategico, concorre ad una programmazione culturale di qualità attraverso la promozione e l’organizzazione di attività attinenti ai vari settori culturale e artistici. In tale contesto assumono particolare importanza le attività di rifunzionalizzazione e valorizzazione del Teatro Margherita.”
Originario di Bristol, inquadrato nei confini generici della Street Art, Bansky rappresenta un caso esemplare di popolarità per un artista vivente dai tempi di Andy Warhol. Ad oggi possiamo considerarlo il più grande artista globale del nuovo millennio. La protesta visiva dell’artista e writer inglese, la cui identità rimane sconosciuta, coinvolge un vastissimo ed eterogeno pubblico. I suoi murales di critica sociale e politica sono apparsi su strade, muri e ponti di città di tutto il mondo.
Obey, nome in codice di Shepard Fairey, figlio di un medico e di un agente immobiliare ha avuto visibilità internazionale grazie al suo manifesto “Hope”. Quest’ultimo riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia, divenuto l’icona della campagna elettorale che hai poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca. Il presidente una volta eletto inviò una lettera all’artista, resa poi pubblica, in cui lo ringraziava per l’apporto creativo alla sua campagna. Obey è un degli street art più noti e popolari, molto affermato e quotato nel panorama urban.