Con l’insorgere della pandemia già nei primi mesi del 2020 e con l’isolamento forzato sono aumentati notevolmente i casi di violenza contro le donne tra le mura domestiche a causa del maggior rischio di violenza dovuto al lockdown. E’ cresciuta anche la paura delle vittime, conviventi. Anche in Puglia purtroppo questo fenomeno è stato eclatante.
“Le richieste di supporto nel nostro centro sono aumentate di circa il 50% – spiega Annamaria Montanaro, presidente del centro antiviolenza Safiya di Polignano a Mare – Questo perché le donne sono state costrette a lunghe permanenze in casa e, alcune perdendo il lavoro, sono diventate in misura maggiore economicamente dipendenti dai loro compagni con conseguenti difficoltà a sottrarsi alla violenza”.
Il Centro antiviolenza Safiya è un centro di Polignano a Mare che aiuta “le donne a rinascere e a diventare protagonista della propria vita”, dichiara la presidente. “E’ un luogo di donne che aiutano le donne e dove si dà peso ad emozioni, sentimenti ma anche desideri, speranze”.
“Quando una donna entra nel nostro centro”, ci spiega Montanaro, “diventa per la prima volta protagonista della propria vita. La accogliamo, la ascoltiamo e le forniamo gli strumenti psicologici e legali per costruire da sola e scegliere autonomamente il percorso che intende percorrere. La donna che ha subito violenza psicologica, economica, fisica, sessuale e stalking ha a propria disposizione una equipe di avvocati, psicologici, assistenti sociali ed educatrici. Tutte funzioni svolte da donne”.
La violenza coinvolge tutte le donne, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dal sesso biologico. Seppur sommersa, esiste la violenza all’interno delle coppie omosessuali così come all’interno delle coppie eterosessuali. E troppe volte – spiegano dal centro Safiya – “abbiamo ascoltato e continuiamo ad ascoltare episodi di violenza psicologica e fisica ai danni di donne lesbiche anche da parte delle famiglie, e di donne transessuali, queste ultime considerate come “donne a metà”, o viste come oggetti sessuali ed escluse da reali opportunità di lavoro per cui il sex work diventa quasi l’unica “scelta” possibile”. Per queste ragioni Safiya accoglie anche donne lesbiche e donne transessuali.