Il Coordinamento “La Scuola che vogliamo – Scuole diffuse in Puglia” nel pomeriggio di ieri ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Ministeri dell’Istruzione e della Salute, ai Sottosegretari all’Istruzione, alla Presidenza della Regione Puglia, alla direzione USR Puglia, al Direttore d’Area Salute e Benessere Puglia, una pec in cui si rilevano gravi difformità all’interno delle linee guida regionali per la gestione dei casi covid in ambito scolastico diramate il 14 gennaio scorso.
In particolare viene denunciata “l’arbitraria interpretazione da parte della Regione Puglia delle note applicative del DL 1/2022 diffuse in data 8 gennaio scorso – si legge nella nota – dal Ministero della Salute all’interno delle quali sono chiaramente distinti i casi di positività fra gli studenti e quelli fra i docenti non considerando questi ultimi nella computa del numero complessivo di casi all’interno del singolo gruppo classe. Inoltre è stata evidenziata l’illegittimità della richiesta, nell’ “allegato B” del documento regionale, di specificare nel dettaglio i “motivi familiari” per eventuali assenze degli studenti da Scuola non riconducibili a motivi di salute poiché tale richiesta contravviene alla Legge sulla Privacy, in quanto si pone in palese contrasto con il rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali (Reg. UE 679/2016 – GDPR e d.lgs. n. 196/2003)”.
“Infine nella nota viene sottolineato come nella prima parte della circolare del Dipartimento della Regione Puglia “Nuove modalità organizzative – si forniscano ai Sindaci dei parametri di valutazione dei rischi epidemiologici solo su base di indice Rt e limite contagi senza far cenno alcuno al numero di ospedalizzazioni in area medica ed intensiva, attribuendo pertanto rilevanza ad elementi che a livello di monitoraggio nazionale, finalizzato alla formazione delle “zone a colori”, non sono attualmente considerati significativi (si veda ad esempio l’indicatore Rt)”.
“A tale riguardo sottolineiamo che la regione Puglia è a tutt’oggi in FASCIA BIANCA e che la percentuale di minori vaccinati risulta fra le più alte d’Europa con una percentuale del 90% nella fascia 12/19 anni e oltre il 30% nella fascia 5/11 anni. Alla luce di una tale risposta da parte delle famiglie che hanno riposto FIDUCIA NELLA CAMPAGNA VACCINALE E NELLE ISTITUZIONI TUTTE AL FINE DI POTER GARANTIRE NEI FATTI AI PROPRI FIGLI L’ESERCIZIO DEL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE, anche in considerazione della percentuale fra le più alte in Italia di Docenti di ogni ordine di Scuola che hanno ricevuto la dose booster, non comprendiamo perché, dopo DUE ANNI, la Scuola in presenza, l’unica ISTITUZIONE VOCATA a garantire il DIRITTO ALL’ISTRUZIONE PER TUTTI sia ancora oggi in questa regione così osteggiata anche in considerazione del tasso di dispersione scolastica praticamente raddoppiato nell’ultimo anno, dei risultati INVALSI sconfortanti e soprattutto dei sempre più frequenti episodi di grave disagio psichico fra i minori”, conclude la nota.