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Bari, all’Oncologico un nuovo tomografo: “Per vedere lesioni molto piccole”

Pubblicato da: redazione | Mar, 4 Gennaio 2022 - 19:00

All’istituto Tumori “Giovanni Paolo II di Bari arriva un nuovo tomografo. Più preciso, più “umano” e tutto barese. E’ la nuova macchina computerizzata installata in questi giorni nei locali dell’unità operativa di radiologia e diagnostica per immagini.

Il nuovo tomografo, in particolare, sostituirà una TAC in uso da 10 anni, sarà a disposizione dei pazienti già da metà mese, dopo le fasi di controllo qualità, radioprotezione e formazione del personale. Si tratta di un apparecchio computerizzato a 128 slices (o strati) che consente, grazie alla velocità di esecuzione a spirale, di usare basse dosi di radiazioni ottenendo immagini diagnostiche più dettagliate.

Sarà possibile così “vedere” lesioni tumorali anche molto piccole e “studiare” organi, come il cuore, che sfuggono agli apparecchi meno performanti. I pazienti saranno accolti in una sala tutta nuova, con luci a led blu, dove campeggia una gigantografia del lungomare di Bari, così da offrire loro un ambiente il più possibile confortevole, che concilia il rilassamento.

Il tomografo computerizzato a 128 slices sostituirà un vecchio apparecchio a 16 slices, in funzione dal 2011 mentre resterà in funzione l’altro apparecchio per la TAC, la tomografia assiale computerizzata, a 64 slices. Le due macchine, lavorando in linea, ridurranno tempi e liste d’attesa per i pazienti. Il nuovo tomografo computerizzato è stato acquistato, tramite la centrale di acquisto Consip, con un investimento di circa 300 mila euro.

“Abbiamo curato – ha dichiarato il direttore generale Alessandro Delle Donne – sia gli aspetti più strettamente tecnologici, relativi alle performance dell’apparecchiatura, sia gli aspetti più umani, attrezzando una sala in cui i pazienti possano sentirsi a casa, riconoscendo il lungomare di Bari quale simbolo della Puglia e di tutto il mezzogiorno. Anche le luci e i colori della stanza riducono l’ansia e favoriscono un clima di fiducia con i medici e il personale in servizio. Si tratta di dettagli che, in un percorso di cura faticoso e difficile quale quello del tumore, possono davvero fare la differenza” – ha concluso.

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