In Russia, si festeggia la notte tra il 6 e il 7 Gennaio secondo calendario ortodosso. Il suo festeggiamento era stato proibito durante l’epoca del potere sovietico, ma ora, dopo il suo crollo, è ritornata ad essere una festa ufficiale e soprattutto molto sentita da tutti. Secondo le antiche tradizioni russe, sotto la tovaglia rigorosamente bianca, va messo del fieno a ricordare la mangiatoia in cui Gesù venne deposto appena nato.
Sotto il tavolo invece ci deve essere un oggetto di ferro, che tutti devono a turno calpestare, per trascorrere l’anno in piena forza e salute. Molti sono i piatti tradizionali che vengono appositamente preparati per questa occasione: insalate sfiziose, zuppe di pesce, paste ripiene, carni in gelatina , torte decorate con glasse colorate, frutta secca e molto altro ancora. La cena inizia, come la tradizione vuole, dopo che la prima stella è apparsa nel cielo.
Il “Sočivo”, è il piatto principale e tipico del Natale ortodosso. Il “Sočel’nik” è l’ultimo giorno del digiuno prenatalizio, che per gli ortodossi dura 40 giorni. Questo periodo è diviso in due parti: prima e dopo la festa di San Nicola. La prima parte del digiuno non è molto restrittiva (sono permessi l’olio, il pesce e il vino). La seconda parte dell’attesa del Natale è decisamente più severa – tutti gli alimenti di origine animale sono vietati, e il lunedì, il mercoledì e il venerdì non si utilizza l’olio, ed alcuni preferiscono non accendere neanche il fuoco e non cucinare affatto, limitandosi a mangiare solo un po’ del pane del giorno precedente con un sorso d’acqua. Ed ecco, finalmente, il 6 gennaio questo periodo di astinenza si avvicina alla fine. Qualche giorno prima tutta la famiglia partecipa alle pulizie della casa, e anche i bambini dovevano fare qualche cosa per rendere la casa più pulita ed accogliente per prepararsi al meglio a vivere il Natale.