“Oggi il sistema universitario è al centro della sfida per la modernizzazione del Paese”, le parole del rettore Stefano Bronzini inaugurano il nuovo anno accademico, ponendo l’attenzione sul necessario e costante rinnovamento dell’università italiana. Ospite d’onore della cerimonia il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, costretto a casa e presente in videoconferenza.
La cerimonia d’apertura del nuovo anno accademico, avente come tema la complessità e svoltasi al teatro Piccinni, vede il rettore Bronzini gioire per la recente scarcerazione di Patrick Zaki, lo studente dell’Università di Bologna, detenuto per 22 mesi in un carcere egiziano. “Non me ne vogliano i colleghi, gli studenti e tutti i presenti – ha detto Bronzini – ma il primo saluto lo dedico a Patrick Zaki e alla notizia della sua scarcerazione”.
Al fianco del rettore, è intervenuto il premio Nobel Parisi tramite la sua lectio magistralis con la quale ha illustrato e analizzato la “Teoria dei sistemi complessi”, inserendola in vari ambiti scientifici e sociali. Una lezione in piena regola tenuta da uno dei più acclamati accademici italiani.
“A volte si sottolinea il significato di comprensibile e molto spesso, nei convegni sui sistemi complessi, i relatori usano parole con accezioni differenti – illustra Parisi – il problema è andare al di là di queste definizioni e cercare di unificare una teoria sui sistemi complessi”.
L’evento ha visto sul palco anche due studenti, Camilla e Michele, volti del progetto Next Generation, impegnati a rimarcare l’importanza dei fondi del PNRR destinati alla ricerca scientifica e accademica, spesso messa in secondo piano e che costringe molti “cervelli” a lasciare l’Italia. “Chi fa ricerca è abituato a vivere la complessità, a rincorrerla e a farla propria – illustra Camilla Gernone ricercatrice presso l’università di Bari – chi fa ricerca ha sete di complessità”.
“Il Pnrr ci è stato presentato come un qualcosa che ci appartiene di diritto, la Next Gen Eu – aggiunge Michele Chiusano, anche lui ricercatore a Bari – quanti però ci hanno ascoltato, con i nostri bisogni, le nostre idee e i nostri timori?”.
Al termine dell’evento, tutti i presenti hanno omaggiato il Nobel Parisi con una lunga e sentita standing ovation e con la promessa da parte del rettore Bronzini di invitarlo nuovamente per consegnarli, questa volta di persona, il sigillo d’oro dell’università.