Nell’ambito degli Accordi di collaborazione in atto tra l’Università di Bari e la Marina Militare, studenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali (DISTEGEO) dell’Università di Bari Aldo Moro, coordinati dal prof. Giuseppe Mastronuzzi, hanno avuto l’opportunità di integrarsi pienamente nell’equipaggio di Nave San Giorgio durante l’esercitazione “Mare Aperto 2021”, al fine di operare nelle attività di sbarco condotte della Brigata Marina San Marco. Per l’occasione diversi sistemi mobili altamente tecnologici di rilevamento e di esplorazione dell’ambiente marino costiero, sono stati imbarcati sull’Unità Navale per poter essere impiegati nelle aree di esercitazione.
L’obiettivo principale della presenza del personale universitario a bordo è stato quello di effettuare una serie di rilievi morfotopografici e batimetrici, digitali e ad alta di risoluzione, di differenti spiagge in cui si sono svolte le esercitazioni, per migliorare la capacità di rilevare in tempo reale, le aree più idonee allo sbarco. Così, durante i 22 giorni di addestramento in mare, il team dell’Università di Bari ha avuto la possibilità di operare direttamente con la componente da sbarco per compiere i propri rilievi. Grazie all’impiego degli uomini e dei mezzi messi a disposizione dalla Marina Militare è stato possibile raggiungere, in sicurezza, le aree idonee agli sbarchi lungo le quali sono stati effettuati i rilievi di seguito elaborati direttamente a bordo di Nave San Giorgio dove è stato allestito un laboratorio in contatto continuo con il Laboratorio di Geomorfologia di DISTEGEO.
Le attività di rilievo, che hanno visto coinvolti anche studenti dell’Università di Catania, sono di grande importanza, per la comunità scientifica ma anche per le operazioni condotte dalla Forza da Sbarco della Marina Militare al fine di dettagliare e individuare al meglio l’area costiera oggetto di uno sbarco, grazie allo studio della morfodinamica, a maggior ragione in un contesto, come quello odierno, dove i rapidi cambiamenti climatici possono riflettersi in modificazioni importanti dell’ambiente marino costiero.