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Bari, 92 enne in ospedale. La rabbia della nipote: “Ecco perché non mi fido più della sanità”

Pubblicato da: redazione | Mer, 3 Novembre 2021 - 11:00
Una nonna in un letto di ospedale, il dolore di chi non può assisterla e la rabbia per le cose che non sempre funzionano. La disperazione di una nipote, finisce sulla bacheca del sindaco Antonio Decaro, e con un lungo sfogo racconta la sua esperienza chiedendo aiuto al primo cittadino. “Sono ormai tre giorni che la mia dolce nonna di 92 anni, donna che è stata sempre forte e piena di spirito, è abbandonata su un letto del reparto di medicina generale dell’Ospedale San Paolo. Dico abbandonata perché lei non sente e non vede molto bene e queste visite così limitate dal regolamento covid, non mi permettono di farle compagnia durante i suoi (spero di no) ultimi giorni.
Io voglio il meglio per mia nonna – scrive ancora – ma non riesco più a fidarmi della sanità in questo periodo, le spiego: il pomeriggio dopo del ricovero, al primo orario disponibile per visitare i propri cari (rigorosamente una sola persona può entrare, muniti di green pass), mia mamma ha trovato la nonna abbandonata sul letto, con la temperatura alta (mia mamma si porta sempre un termometro con sé), con la flebo terminata e lasciata ancora attaccata, il decubito che a quanto pare non era stato medicato, perché sanguinante. Gli operatori si sono mossi dopo la segnalazione di mia madre, ma nel frattempo la nonna è stata da sola in ospedale a subire tutto questo trattamento, probabilmente sarebbe stata meglio a casa, con le nostre cure e attenzioni.
Ma questo non succede solo alla nonna, mia mamma ha assistito ad una scena che riguarda la sua vicina di letto, un’altra anziana signora: le era arrivato il pasto, ma lei ancora dormiva e nessuno l’aveva avvisata che era il momento del pranzo, anzi addirittura gli operatori hanno riportato il piatto pieno indietro e hanno chiesto a mia mamma se volesse portarsi la marmellata ancora sigillata a casa.
Io ho paura, ho paura di quello che può vivere la mia cara nonna, tesoro di ricordi e guida sapiente della mia vita, il mio angelo custode. La prego, faccia qualcosa, mi appello alla sua sensibilità, risolva la questione delle visite limitate, o introduca degli operatori pagati che possano dare le giuste cure alla nonna e che possano aggiornare i cari della situazione. La nonna, non sente e purtroppo non ha la forza di parlare, non ci è possibile chiamarla al telefono e se telefoniamo il reparto ci rispondono malissimo o il medico evita le telefonate perché devo sentirmi inadeguata per le mie preoccupazioni, io ho bisogno di fidarmi della sanità, non di vergognarmi per le mie preoccupazioni, dopo tutto ciò a cui abbiamo assistito.
Davvero mia mamma deve continuare a fare affidamento ad un’infermiera, amica di famiglia perché la nonna abbia un occhio di riguardo in più? E alla sua vicina di letto chi ci pensa? Sono stati aperti teatri, discoteche, ristoranti e in questi luoghi, dove gli ultimi giorni di vita i pazienti non hanno bisogno d’altro che l’affetto dei propri cari, si limita tutto ad una sola visita al giorno di massimo un quarto d’ora oppure, se chiedi aggiornamenti, ti rispondono male. Vi prego – conclude – faccia qualcosa, permetta che questa situazione sia d’esempio per cambiare le cose”.
La replica dell’Asl
https://www.borderline24.com//2021/11/03/bari-la-asl-replica-alla-nipote-della-92enne-ricoverata-al-san-paolo-paziente-seguita-con-attenzione/
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