Ausili per disabili, carrozzine, apparecchiature per analisi di laboratorio e attrezzature chirurgiche: sono alcuni dei dispositivi medici, che stanno subendo la crisi delle materie prime, con un incremento dei costi del +29,6% dei prodotti finiti e problemi di approvvigionamento dei materiali. Ciò potrebbe causare difficoltà a rifornire gli ospedali, un forte impatto sull’intero sistema sanitario e nell’accesso a cure per i cittadini.
A lanciare l’allarme Fernanda Gellona, direttore generale di Confindustria Dispositivi Medici, al Congresso della Federazione delle Associazioni Regionali degli Economi e provveditori della sanità. Dall’indagine, condotta per evidenziare l’impatto indiretto della pandemia sull’industria del settore, emerge che la variazione sui costi per i trasporti delle materie prime, dei semilavorati e delle finiture rappresenta la voce più rilevante in termini di impatto sui servizi, raggiungendo il valore di 200,6%.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a procedure pubbliche di acquisto improntate al prezzo più basso. Le stazioni appaltanti e le regioni devono valutare con attenzione questi aspetti critici, e comprendere che non è più possibile fornire il Ssn alle condizioni di qualche mese fa. Le gare future vanno adeguate ai nuovi costi delle materie prime”, sottolinea Gellona. Secondo la direttrice generale di Confindustria Dispositivi Medici, “è di prioritaria importanza valutare un’equa modificazione delle condizioni dei contratti in essere, tenuto conto delle mutate condizioni economiche intercorse tra la data di stipulazione del contratto e la sua esecuzione”.
(ANSA)