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Foggia, in ospedale non vogliono separarsi: coppia di ultra 80enni in stanza insieme

Pubblicato da: redazione | Mar, 19 Ottobre 2021 - 14:30

Lui ha 91 anni, lei 84, hanno patologie diverse e necessitano il ricovero, ma dividerli non è facile. E’ la storia di Enzo e Anna, legati da un amore decennale, così tanto forte che Massimo Zanasi, primario dell’ospedale Lastaria di Lucera, a Foggia, ha deciso che per il loro bene era meglio ricoverarli insieme.

“Il mio ragionamento è stato semplice – ha raccontato  – per aiutare lei, se volevo dare salute a lei, non potevo toglierle il suo sguardo, il suo amore. Così per lui: se volevo curarlo, dovevo consentirgli di starle accanto. Così è nata l’idea di ricoverarli insieme, nella stessa stanza, uno di fronte all’altro per consentire a entrambi di curarsi e continuare a stare assieme”.

I due hanno patologie diverse, Enzo ha disturbi cardiaci, mentre Anna ha problemi che comportano l’allettamento. “Separarli – ha spiegato il medico – significava impedire che reagissero alle cure”. La coppia, che non ha figli ma solo nipoti, vive come in simbiosi. “Enzo ha messo da parte i suoi problemi di salute per assistere la moglie e quando ad Anna è stato detto che il ricovero per lei era necessario non ha avuto dubbi e le sue parole sono state: “Senza Enzo non mi muovo, non posso lasciarlo solo qui”. “Allora – ha raccontato ancora il medico – dopo il placet dell’azienda sanitaria, ho deciso di portarli qui per sottoporre entrambi a esami diagnostici consentendo loro di stare vicino”.

Attualmente Enzo e Anna sono in una stanza del reparto di Medicina. Si tratta di una stanza un po’ più decentrata, ma non lontana dalle altre di degenza. “Un ospedale che cura solo le ferite e i dolori del corpo è riduttivo” – ha sottolineato ancora il primario –  “loro sono il simbolo di un legame supremo e mai avrei permesso a una struttura ospedaliera di diventare l’unico muro alla loro unione. Mi è sembrato doveroso che questo momento, anche duro, non sia regolato da freddi parametri medici. Il nostro dovere è trovare una sintesi tra salute, cuore e umanizzazione con l’ospedale che entra anche nel merito delle storie familiari. L’umanizzazione delle cure non può solo essere dichiarata ma perseguita. E noi proviamo a farlo” – ha concluso.

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