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Green pass? Non tutti lo controllano a Bari. E da oggi parte l’obbligo per i lavoratori del pubblico e del privato

Pubblicato da: Mauro Brisacani | Ven, 15 Ottobre 2021 - 06:30

Il conto alla rovescia è giunto al termine. Da oggi il green pass è obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati. Ma a Bari viene fatto rispettare l’obbligo, già esistente, per locali, bar e ristoranti? Siamo andati a verificare.

I controlli in città. Spostandoci fra le vie della città di Bari, abbiamo notato in diverse occasioni che alcuni titolari delle varie attività che popolano questa città fanno a meno del controllo della certificazione verde.
In un pub del quartiere Carrassi, ad esempio, non è stata fatta alcuna menzione al sopraccitato green pass, nonostante fossimo seduti all’interno del locale. Stessa cosa dicasi per alcuni bar del quartiere San Pasquale e Japigia, senza dimenticarci di alcune tavole calde sparse sempre fra Carrassi e San Pasquale. La situazione si ribalta per quanto riguarda le grandi catene, che rispettano rigidamente le norme vigenti, richiedendo la certificazione per poter accedere ai propri servizi, così come per cinema e teatri.

Le nuove linee guida.  Per quanto concerne le nuove disposizioni, che da oggi dovranno essere rispettate in tutta Italia, l’esibizione della certificazione verde sarà obbligatoria per chiunque lavori nel pubblico e nel privato. Gli unici esenti sono coloro i quali, per motivi di salute, non possono vaccinarsi  e gli utenti.

Le conseguenze per chi non rispetterà queste norme ricadono nella sospensione dello stipendio (fino all’acquisizione della certificazione) ma non dell’attività lavorativa, oltre alle sanzioni che variano dai 600 a 1.500 euro per i dipendenti, mentre per i datori di lavoro la sanzione può andare da 400 a mille euro.

Tutte queste novità hanno però portato alla nascita di numerose proteste e manifestazioni, basti ricordare ciò che è accaduto a Roma sabato scorso o ciò che potrebbe accadere anche oggi con l’incombente minaccia di sciopero da parte dei portuali e degli autotrasportatori. Il cui obiettivo è quello di bloccare il paese come forma di protesta nei confronti della certificazione verde.

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