Banca Popolare di Bari chiude il semestre con una perdita di 101 milioni di euro a causa delle rettifiche sui crediti e dell’accantonamento ‘una tantum’ di circa 53 milioni a fronte dell’adesione al Piano di incentivazione all’esodo. Per l’ad Giampiero Bergami i “risultati sono come da piano.
Resta immutato l’obiettivo di dare continuità all’operatività e rilanciare la Banca”: Il manager ricorda che “dopo anni di gestione, la Banca aveva accumulato perdite per 1.600 milioni di euro. Adesso rileviamo i primi segnali incoraggianti sulla dinamica dei ricavi e il controllo dei costi grazie al grande impegno profuso da tutti colleghi. Nel semestre l’istituto di credito ha visto “una lieve crescita degli impieghi a 5.219,1 milioni (+1%). La “profonda attività di revisione della composizione delle forme tecniche” ha portato la Raccolta Diretta da Clientela a un valore di 6.367,2 (-2,5% ).
Le rettifiche di valore nette si attestano a 46,8 milioni di euro portando, assieme all’incentivazione all’esodo, i costi operativi a 186,5 milioni che risultano in contrazione.
L’incidenza dei crediti deteriorati lordi sul totale degli impieghi è al 9,1% mentre lo stesso indicatore al netto delle rettifiche di valore (NPE Ratio Netto) è pari al 5,1% . La banca infine afferma di mantenere “livelli più che adeguati relativamente alla posizione di liquidità e di buona solidità patrimoniale”. L’indice CET 1 Ratio si posiziona al 16,8% contro il 20,0% di fine 2020. (ANSA)