“Per il presidente Emiliano la xylella è ferma a Brindisi da sei anni. Ora delle due l’una: o Monopoli è in provincia di Brindisi o Emiliano pensa che il ruolo di presidente della Regione gli consenta di rappresentare una realtà edulcorata nella convinzione che altri siano ciechi e sordi”. E’ quanto ha detto il capogruppo di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo.
Zullo, in particolare, è intervenuto in merito alla replica sui social, da parte del governatore della Regione, Michele Emiliano, al giornalista Marco Cattaneo, direttore responsabile di National Geographic Italia, Le Scienze, Mind e National Geographic Traveler. Il giornalista, di rientro dalle vacanze in Puglia, era intervenuto sulla questione xylella parlando di “desertificazione” del territorio a causa del batterio.
“A volte bisogna avere il pudore di ammettere i propri errori e questo deve riguardare anche chi, come Emiliano, si ritiene infallibile – ha sottolineato Zullo – è surreale, infatti, che Emiliano replichi su Facebook al giornalista che dal Salento, dove era in vacanza, risale verso Nord descrivendo la desertificazione subita da quel territorio da un batterio che è arrivato alle porte di Bari per l’irresponsabile gestione politica ed amministrativa, proprio di Emiliano”.
“E’ vero – prosegue Zullo – quando diventò per la prima volta presidente la Xylella era a Oria, nel brindisino, ma dopo sei anni non solo non è stata fermata ma avanza, e non solo verso nord, ma anche nelle province di Brindisi e Taranto, proprio perché all’inizio della sua legislatura Emiliano prima sposò le tesi dei negazionisti dando sostegno a guarigioni magiche propagandate da pseudo ambientalisti, paranoie complottiste, mettendo in discussione autorità scientifiche. E’ stato Emiliano ad andare a Bruxelles per cercare di convincere la Commissione UE su come ‘certe misure derivanti dai trattati internazionali e dalle regole di quarantena fossero inutili ed eccessive” – sottolinea ancora specificando del sostegno espresso all’inchiesta della magistratura leccese “che ipotizzava che a diffondere il batterio fossero stati gli stessi ricercatori che l’avevano scoperto”.
“Emiliano dapprima dichiarò che avrebbe valutato la costituzione di parte civile della Regione verso i 10 indagati – prosegue Zullo – fra i quali scienziati dell’Università di Bari e l’ex commissario straordinario per l’emergenza Xylella, il generale del corpo Forestale Giuseppe Silletti accusati, a vario titolo, di diffusione colposa della malattia, inquinamento ambientale e deturpamento delle bellezze naturali – e poi si eclissò come anche l’intera indagine chiusasi con un nulla di fatto. Naturalmente senza non solo chiedere mai scusa ai diretti interessati e ai pugliesi, ma continuando a rappresentare una realtà non corrispondente ai fatti, né ha mai dato vita a un vero piano di rigenerazione del Salento, nonostante oltre tre anni fa gli europarlamentari Raffaele Fitto (FdI) e Paolo De Castro (Pd) gliene avessero proposto uno che aveva già avuto la benedizione dei commissari europei. Di vero c’è che ad essere ferma è la Puglia” – ha concluso.