“Fitta qui”. E’ il cartello che resta più impresso durante una passeggiata in corso Cavour, una delle storiche strade dello shopping barese. Sono numerose le saracinesche abbassate e tanti negozi che non hanno resistito alle crisi del commercio nel quartiere murattiano.
Resistono gli store più importanti, da Banana Moon alla caffetteria Jerome passando al più recente negozio dedicato alla Ssc Bari e al brand internazionale Foot locker. Tutt’intorno però si percepisce un lento ma finora inesorabile declino che è apparso ancora più evidente in seguito al restyling della vicina via Sparano.
Innanzitutto il “modello urbano” di corso Cavour si distingue dalla più moderna via Sparano per la presenza delle automobili. Non è pedonalizzata, al lato del marciapiede si ammassano auto in doppia fila mentre per i pedoni sulle strisce può diventare pericoloso. A peggiorare la situazione è lo smog negli orari di punta in prossimità dei semafori.
Il percorso è disseminato da buche, mattonelle rotte e cattivi odori provenienti dai grandi bidoni dell’indifferenziata. E allora come si potrà salvare questa strada dello shopping? Una risposta sarebbe potuta potrebbe arrivare dal finanziamento da 100milioni di euro per il progetto del cosiddetto “nodo verde”.
Ma il modello innovativo guidato dall’architetto Massimiliano Fuksas interesserà solo la vicina stazione centrale che dovrebbe cambiare totalmente volto. Su un’area urbana complessiva di circa 160.000 mq che include piazza Aldo Moro e tutto il fascio ferroviario compreso tra corso Italia e via Capruzzi.
Ad oggi i cittadini continuano a segnalare la scarsa manutenzione – nonostante il programma speciale di pulizia previsto da Amiu Puglia – oltre alla presenza ormai stabile di alcuni senzatetto alla ricerca, in qualche caso troppo pressante, di qualche spicciolo. Quale sarà il futuro di corso Cavour?