In sede di consiglio regionale pugliese è lotta sull’annoso tema del trattamento di fine mandato reintrodotto dai consiglieri nella seduta dello scorso 27 luglio. Una faccenda che ha sollevato un polverone nel mondo della politica ma ancor di più nell’opinione pubblica. A farsi portavoce della battaglia è Antonella Laricchia, consigliera del Movimento 5 Stelle che, assente per malattia nella seduta di luglio e contraria alla reintroduzione dell’assegno da 7mila euro lordi all’anno, ha presentato una proposta di legge per abrogare il provvedimento da lei stessa definito “la vergogna di Ferragosto”.
Obiettivo cancellare l’indennità, dunque, perseguito con l’unico mezzo a disposizione in questo senso per un consigliere regionale e che, qualora non dovesse trovare favorevoli i colleghi in sede di votazione, non vedrà arretrare i grillini neanche di un passo. Parola di Sabino Mangano, esponente del gruppo pugliese dei pentastellati che definisce la proposta di legge di Antonella Laricchia “un’occasione regalata ai consiglieri per fare dietrofront e rimediare ad un errore gravissimo, sia per il periodo storico sia per un generale discorso di giustizia sociale. Se i consiglieri dovessero votare a favore – prosegue Mangano – non sarà giustificato quanto fatto fin ora, ma almeno si potrà tornare a ristabilire l’equilibrio e la credibilità di fronte alla popolazione pugliese”.
E proprio la cittadinanza della regione rivestirebbe un ruolo chiave nel tentativo di sciogliere il nodo della vicenda, nel caso in cui il consiglio regionale dovesse esprimersi contrariamente alla proposta di legge, procedendo sulla strada dell’emendamento già approvato. “In quel caso – spiega ancora Mangano – come prevede lo stesso regolamento del consiglio, ci attiveremo per una raccolta firme che conduca ad un vero e proprio referendum abrogativo, in cui saranno i pugliesi ad essere chiamati ad esprimersi sulla vicenda”.
Il referente del Movimento 5 Stelle si dice certo che, se dovesse essere necessario arrivare a questo ulteriore step, “raccogliere 60mila firmatari sarebbe una passeggiata”. In questo modo assicura spalla alla collega Laricchia, auspicando che lo stesso governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, si esponga in favore di un generale dietrofront sul tema da parte di tutti coloro che, a fine luglio, hanno votato per l’approvazione dell’emendamento.