Non è bastata l’introduzione dell’obbligo di greenpass per fruire della maggior parte delle attività “sociali” in Italia, per salvare il settore delle discoteche da una nuova tegola: il nuovo decreto del governo che dal 6 agosto indica il pass verde come unica via di accesso ai ristoranti al chiuso, agli spettacoli e alle palestre, impone la prolungata chiusura delle discoteche e sale da ballo anche in zona bianca. Il testo del nuovo Dpcm fa riferimento a nuovi ristori per la categoria, confermati anche dallo stesso premier Mario Draghi in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo intervento.
“Mai e poi mai avrei pensato che a fronte dell’apertura di tutte le attività in Italia, non si sia riusciti a trovare un modo con green pass, con tracciamento, con limitazione di capienza e mille altre restrizioni per salvare il lavoro di una vita”. A parlare, tramite un post pubblicato sul suo profilo Facebook subito dopo l’annuncio della normativa è Francesco Susca, gestore del Praja di Gallipoli e di altre discoteche pugliesi, che non nasconde tutto il suo rammarico per una condizione che mette in seria difficoltà tutti i lavoratori del comparto.
“Credetemi se vi dico che quando abbiamo avuto notizia a febbraio del 2020 di questo male abbiamo chiuso prima del tempo e che abbiamo fatto il possibile per aiutare amici e dipendenti – scrive – Credetemi se vi dico che abbiamo operato per cercare soluzioni praticabili per riaprire l’estate scorsa senza mai sottovalutare il male che ci ha colpito e che abbiamo attraversato un inverno durissimo anticipando cassa integrazione in ritardo di 8 mesi. Credetemi se vi dico che da Ottobre abbiamo lavorato gomito a gomito con scienziati e medici per trovare protocolli idonei per tornare alla normalità – prosegue – Temo che la nostra sia diventata una battaglia politica e non sanitaria, allora l’appello va a tutti coloro che sono stanchi di prese in giro, a tutti coloro politici compresi che hanno voglia di cominciare un percorso nuovo, di credibilità di dignità di umanità, ma soprattutto di onore, perché la sconfitta di oggi non ha solo una matrice sanitaria, ma si nasconde nel luogo comune per cui BALLO = SBALLO, senza pensare alle implicazioni socioculturale di una tale affermazione. Noi non ci arrenderemo”, conclude.