Un letto e una carrozzella stretti ad angolo. Qualche cuscino e un tavolino realizzato con una cassetta in legno. Gabriele, 66 anni, ha costruito la sua casa nella piazzetta di viale Unità di Italia. Cerca una camera in affitto dove non ci siano barriere architettoniche, dove il bagno sia a norma. Nel frattempo è per strada. E’ qui che trascorre il giorno e la notte.
“Ha lasciato la struttura che gli avevamo offerto – spiega Francesca Bottalico, assessore al Welfare del Comune di Bari – vuole andare in albergo e vuole che il Comune glielo paghi. Sta facendo una protesta – spiega ancora – ma ha una struttura a disposizione e non ci vuole andare. Sia chiaro, può tornarci in qualsiasi momento”.
La replica dell’avvocato di Forcello. “Forcello – scrive il suo amministratore di sostegno Andrea Forcella in una nota alla Botalico – non ha mai chiesto il pagamento di una struttura alberghiera da parte del Comune. In realtà il già consigliere Fabio Romito come soluzione ai mali del sig. Forcello indicò l’inserimento di questo tipo per il fine settimana, al ché il Forcello, non avendo le possibilità per pagarsi un albergo (che già si era pagato con proprie risorse fino al giorno prima), pose giustamente il problema di come finanziare tale soluzione (se così si può chiamare). Se è pure vero che il sig. Forcello è andato via dalla struttura in cui stava, vi è però da chiedersi i motivi esistenti a questo gesto. In secondo luogo non è vero che ha una struttura a disposizione e non ci vuole andare atteso che la struttura precedente ha di fatto respinto tale possibilità. Le altre strutture contattate da me personalmente, ed indicate dalle assistenti sociali del Comune, hanno fatto presente le criticità esistenti nel poter assistere un obeso di 180 kg in ragione della difficoltà di spostamento all’interno della stanza (con la carrozzella elettrica) e dalla stanza al bagno, negando (anche loro) l’inserimento. E’ vero che una struttura del genere forse non è presente nel territorio e comprendo le criticità nella gestione del Forcello, tuttavia non reputo giusto addossare tale carenza verso la persona disabile. Nella precedente struttura per quasi due anni non ha mai potuto fare una semplice doccia perché non poteva salire sul piatto esistente (dato che non era per disabili). Se vengono richiesti la presenza di alcuni ausili non è perché il sig. Forcello sta cercando una struttura alberghiera ma perché vuole far comprendere le proprie esigenze per una vita dignitosa. Si badi bene, la stessa struttura ha sempre riconosciuto di non essere adatta alle problematiche del Forcello. La stimolo, quindi, ad un tavolo tecnico per chiarire la vicenda del sig. Forcello, magari attuando iniziative che vanno al di là del mero aspetto burocratico del collocamento in una struttura convenzionata, perché il sig.Forcello non ha bisogno di una struttura che lo inserisce ma poi non si occupa della sua dignità di persona”.