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Bari, chiude la scuola Del Prete: diffida al Comune

Pubblicato da: Francesca Emilio | Ven, 2 Luglio 2021 - 15:49

Istituti sovraffollati e non a norma, spazi scolastici adibiti all’interno di strutture prefabbricate e, inoltre, requisizione di spazi scolastici per adibirli ad altro uso. Sono queste alcune delle motivazioni che hanno portato il coordinamento “La scuola che vogliamo – Scuole diffuse in Puglia” a decidere di disporre una diffida nei confronti del Comune di Bari e della Città metropolitana. Ma non solo.

La decisione arriva, in particolare, dopo la conferma della volontà da parte delle istituzioni di voler proseguire con la requisizione degli spazi della Carlo del Prete, per adibirla a uffici municipali. Già un anno fa, il coordinamento, aveva segnalato agli uffici regionali competenti e all’amministrazione comunale di Bari la disponibilità di spazi scolastici sottoutilizzati a fronte di numerosi istituti sovradimensionati. Diverse scuole baresi, fanno sapere dal coordinamento, sarebbero infatti in condizioni critiche, dunque necessitano di ulteriori spazi.

A fronte di spazi inutilizzati ci son diverse scuole di vario ordine e grado che sono oltre i limiti di legge” – ha spiegato Terry Marinuzzi. La legge del dimensionamento, specifichiamo, prevede un numero massimo di allievi di 1200. A Bari però, stando a quanto dichiara il coordinamento, che dall’anno scorso si sta occupando di monitorare la situazione, ci sarebbero istituti con numeri che vanno anche oltre i 1300. “L’anno scorso, proprio per ovviare al problema – sottolinea Marinuzzi – la Città metropolitana fece un bando rivolto ai privati in cui si mettevano a disposizione risorse per finanziare l’affitto di appartamenti per alleggerire le scuole sovraffollate. A Bari ci sono scuole, come la Anna Frank, in attesa di nuova costruzione, con più di 400 bambini distribuiti in 2 plessi prefabbricati. Lo Scacchi ha 1570 studenti. Sono tante le situazioni di sovraffollamento. Il sindaco ieri, nel corso della riunione con il comitato ne ha fatto una questione di ottimizzazione degli spazi, ma ci sono in ballo dei numeri, non capiamo come mai quelle aule vuote non siano messe a disposizione di istituti limitrofi. Chiediamo da tempo un percorso partecipato” – ha spiegato riferendosi in particolare alle aule della scuola Carlo del Prete che, una volta trasferite le classi delle elementari, resteranno vuote e diventeranno uffici municipali.

Ma il problema non riguarda soltanto la requisizione degli spazi. “Nel recovery fund c’è una percentuale per gli interventi di edilizia scolastica – evidenzia Marinuzzi – il sindaco non si prende la responsabilità politica di chiudere la scuola, ma un intero piano vuole destinarlo a servizi cittadini. Intanto però stanno arrivando i fondi su servizi scolastici. Non vorremmo che questi fondi vengano impegnati per un istituto che nel giro di 3 o 4 anni, quando finirà il ciclo scolastico delle classi presenti, resterà solo ad uso uffici, ristrutturato con soldi destinati alle scuole” – ha spiegato. Ma non finisce qui, secondo il coordinamento le scelte di questo tipo vanno a creare diversi disagi alla città e ai cittadini, tra questi la presenza di traffico, soprattutto nelle ore di punta.

“La concentrazione delle scuole sovraffollate ha una diretta conseguenza sul traffico – spiega ancora Marinuzzi – la nostra città è a rischio, mancano scuole sostenibili. Ma la sostenibilità passa anche da questo e alcune decisioni congestionano inevitabilmente il traffico in alcuni punti, portando poi ad avere moltissimi problemi sul fronte trasporti. Vorremmo che il sindaco, così come promesso in campagna elettorale, metta al centro i bisogni dei bambini e dei ragazzi” – ha commentato ancora non nascondendo il tono di rammarico.

“E’ passato un anno – conclude Marinuzzi – avevamo già indicato la Del prete come istituto fondamentale per redistribuire gli spazi. Ogni spazio scolastico è risorsa preziosissima. Ce ne sono tanti altri che vorremmo fossero restituiti al loro uso. Abbiamo votato alcune persone perché credevamo nel loro impianto di valori, quei valori sono stati disillusi. Vediamo traditi i presupposti fondamentali, in cui si parlava di Bari come città dei bambini. Con questi presupposti abbiamo deciso di redigere una diffida. La trasmetteremo in giornata via pec”.

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