“Le tasse universitarie dell’anno accademico 2020/2021 hanno subito un aumento di 634 euro rispetto al 2016, valore che si è raggiunto con aumenti graduali nel corso degli ultimi 5 anni”. E’ quanto dichiarano i ragazzi del gruppo “Studenti Per” che sottolineano l’aumento della pressione fiscale per continuare a studiare.
“Sebbene dal 2020 e per via della pandemia il valore per rientrare nella No Tax Area sia stato innalzato per chi possiede un ISEE fino a 25.000€ (fino al 2019 era fino a 18.000 euro) per agevolare le famiglie con reddito più basso. Il totale da pagare all’università è quest’anno suddiviso in contributo onnicomprensivo di 1928,00 euro; bollo virtuale di 16 euro, tassa regionale per il diritto allo studio variabile da 120 a 160 euro. Per un totale di 2.104 euro.
“Ragli anni precedenti, si sia avuto un proporzionamento del costo delle fasce intermedie, non è ancora chiaro a cosa sia dovuto l’aumento delle tasse piuttosto che una riduzione dato che, per via della pandemia, non si è avuta l’opportunità di usufruire dei comuni servizi offerti dall’Università” – hanno sottolineato specificando i diversi servizi che, a causa della pandemia, sono venuti a mancare. Tra questi “biblioteche chiuse per un anno e, solo di recente, riaperte ma ad orari ridotti per via del personale ancora in Smart working, aule inutilizzate quindi abbattimento dei costi delle utenze (acqua e luce prevalentemente) e dei servizi di pulizia che, in tempi normali, vengono erogati giornalmente e in alcune situazioni anche più volte nell’arco della stessa giornata”, ma non solo.
Tra i servizi gli studenti citano anche i laboratori e i tirocini sospesi all’incirca per un anno “fortunatamente convertiti in seminari online per non rallentare ulteriormente il percorso accademico degli studenti laureandi” e, infine, la “mancanza di sportelli di segreteria in presenza e/o online, nella maggior parte dei plessi, che ha visto un’erogazione del servizio per via telefonica (quasi sempre inutilizzabile) e per e-mail con un rallentamento dello svolgimento delle pratiche notevole, causato dalla difficoltà di comunicazione tra domanda e risposta che, per alcune di queste normalmente svolte in giornata, adesso necessita di diverse settimane” – hanno evidenziato ancora.
Ad aggravare la situazione, secondo gli studenti, ci sarebbe anche il ritardo di due mesi per la pubblicazione delle tasse che “sebbene il posticipo delle scadenze concesso dall’Università, non ha ben consentito a molte famiglie di poter pianificare le proprie spese in tempi utili per il pagamento della retta” – hanno concluso.