Non solo chirurgia oncologica all’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ di Bari dove oggi, in mattinata, l’équipe di chirurgia toracica mini-invasiva ha operato un bambino di 11 anni per una grossa cisti che gli comprimeva il polmone sinistro. La cisti è stata asportata con successo e il piccolo paziente ha riacquistato la piena facoltà respiratoria. Tornerà a casa già lunedì, se il decorso post-operatorio seguirà, come ci si aspetta, il suo regolare andamento.
«L’intervento rientra nella percentuale di attività non oncologica che la Asl di Bari ha previsto per l’Istituto Tumori – spiega a riguardo Pietro Milella, direttore sanitario dell’oncologico barese – e si è resa possibile grazie all’esperienza ultra decennale della nostra équipe di chirurgia toracica. Grazie a questo, nonostante sul territorio non ci siano strutture con specializzazione in chirurgia toracica pediatrica, il nostro piccolo paziente ha potuto farsi operare in Puglia, nella sua città, senza dover andare così fuori regione».
Il bambino, barese, ha scoperto di avere una cisti del diametro di circa 15 centimetri durante un controllo medico-sportivo. I successivi esami diagnostici a cui si è sottoposto hanno accertato che la cisti, oltre alle elevate dimensioni, aveva una larga base di impianto nel polmone sinistro, tanto da schiacciare una buona metà dell’emitorace sinistro e da comprometterne così la normale funzionalità respiratoria. Di qui, la necessità di un intervento chirurgico.
In sala operatoria, il dott. Giuseppe Caravetta, responsabile dell’unità operativa di anestesia e rianimazione, ha provveduto all’inserimento di un tubo endotracheobronchiale a doppio lume che ha permesso, durante l’intervento, la ventilazione mono-polmonare destra. L’intervento di asportazione è stato eseguito dal dott. Gaetano Napoli, responsabile dell’unità operativa di chirurgia toracica mini-invasiva. Con due piccole incisioni sotto l’ascella e fra le costole, rispettivamente di uno e due centimetri, è stato possibile in poco più di 20 minuti asportare la cisti con una suturatrice meccanica.
«La ricerca e le cure del nostro Istituto sono sempre tutte orientate al paziente oncologico – commenta a riguardo il commissario straordinario Alessandro Delle Donne – ma siamo lieti e orgogliosi di aver messo a disposizione del territorio le nostre risorse, le nostre apparecchiature, il nostro personale, con tutto il suo bagaglio di competenza e di umanità. Proprio queste risorse, umane e materiali, ci hanno permesso di attivare il percorso organizzativo per la presa di carico di questo paziente, per noi così speciale. Si tratta di una pagina di eccellente sanità, che conferma i trend qualitativi e quantitativi, fortemente in crescita, dei livelli di assistenza nel nostro istituto e nella nostra regione. Oggi la fine dei viaggi della speranza sembra a tutti noi più vicina».