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Puglia, il “superbonus” spinge l’edilizia: +7,6% nel 2021 e cresce anche l’occupazione

Pubblicato da: redazione | Dom, 13 Giugno 2021 - 11:00

È del 7,6% la crescita stimata degli investimenti per il settore delle costruzioni in Puglia nel 2021, a fronte di un calo degli stessi del 10,2% nel 2020. Il dato, contenuto nel report elaborato dalla Direzione Affari Economici e presentato da ANCE Puglia, fa guardare con cauto ottimismo ai prossimi mesi. L’incremento, tuttavia, non basta a recuperare i livelli pre Covid raggiunti a fatica dal comparto, reduce da un decennio di crisi che ha causato la scomparsa di 4 mila imprese edili in Puglia, dove oggi operano poco più di 28mila realtà.

Ad ogni modo, la crescita stimata potrà essere ottenuta solo se sarà liberato tutto il potenziale del superbonus 110% e se inizieranno a prodursi i primi effetti degli investimenti in arrivo col Next Generation EU che, per quanto concerne il settore delle costruzioni, ammonteranno a 107,7 miliardi di euro per tutto il Paese. Nel superbonus voluto dal governo Draghi c’è anche il rifacimento delle facciate e sono in tanti ad approfittarne.

“Auspichiamo che il Superbonus possa divenire una misura strutturale – ha dichiarato il presidente di ANCE Puglia Nicola Bonerba –, confortati dal Decreto Semplificazioni che sembra aver risolto quei nodi burocratici incontrati sinora. In Puglia, già tra febbraio e maggio, gli interventi sono quasi triplicati sfiorando il migliaio, con quasi 100 milioni di euro di valore; una crescita che va alimentata e messa al riparo da fenomeni che rischiano di bloccarla, come l’aumento incontrollato dei prezzi dei materiali”.

Le stime al rialzo trovano conferma nei dati raccolti sul fronte occupazionale: la massa salariale denunciata dalle casse edili pugliesi nel semestre ottobre 2020 – marzo 2021 ha fatto registrare una crescita del 5% sullo stesso periodo pre-pandemico tra il 2018 e il 2019 (+11% se si confrontano i soli mesi di marzo del 2021 e del 2019). Dunque, si è lavorato di più ed è cresciuto di oltre 1.250 unità anche il numero dei lavoratori, passato dai 23.832 del marzo 2019 ai 25.089 a marzo 2021.

Sul fronte dell’edilizia privata, il numero dei permessi di costruire depositati in Puglia nel 2019 (indicatori dell’andamento futuro del settore) aveva già registrato un andamento negativo (4.026 in totale, con una contrazione del -17,7%). Peggio ancora è andata all’edilizia non residenziale, dove il crollo era stato del 35,2%. Tornando alle abitazioni private, nel 2020 si è assistito a un aumento del 26% di surroghe e sostituzioni (a causa della discesa dei tassi d’interesse), a fronte di una contrazione del 3,3% dei nuovi mutui.

Pesante nel 2020 rispetto al 2019 il calo in Puglia delle compravendite di unità immobiliari ad uso abitativo (-7,6%), con la provincia di Lecce maglia nera (-9%), seguita da Foggia (-8,5%), Bari e Brindisi (entrambe -7,1%) e Taranto (-6,9%).

L’emergenza sanitaria ha anche inciso sul comparto delle opere pubbliche, determinando un rallentamento dei lavori iniziati e di quelli programmati. In particolare, nei primi tre mesi del 2021 i bandi di gara per lavori pubblici in Puglia hanno registrato, rispetto al primo trimestre 2020, una crescita del numero (+ 11,1%) ma un calo degli importi (- 16,6%), dovuto da un aumento dei bandi con importi più contenuti (fino a 5 milioni di euro). La spesa in conto capitale per lavori pubblici dei Comuni pugliesi, infine, ha registrato nel 2020 una crescita del 7,3% rispetto al 2019, pari a quasi 27 milioni di euro, in gran parte destinati alla gestione dell’emergenza pandemica con l’adeguamento di spazi scolatici e immobili pubblici.

“Le risorse del Next Generation EU – ha aggiunto Nicola Bonerba – rappresentano per la Puglia, come per l’intero Mezzogiorno, la più grande opportunità degli ultimi decenni per ridurre il gap col centro-nord Italia, un’occasione che sarebbe imperdonabile lasciarsi sfuggire. Tuttavia, l’efficacia della ricaduta sui nostri territori dipenderà dal sistema di norme e governance che regolerà la gestione delle risorse: da una parte dovrà essere snello per rispettare i tempi strettissimi imposti dall’Unione Europea, dall’altro lato è necessario che garantisca trasparenza e concorrenza leale tra le imprese”.

Positivo, infine, il dato sull’avanzamento dei programmi regionali Fesr e Fse 2014 – 2020: alla fine del 2020 la Puglia era al terzo posto in Italia con una spesa di 2,74 miliardi di euro, pari al 61,6% del totale dei finanziamenti, superiore alla media nazionale (45,1%) e a quella delle regioni del Mezzogiorno (41,4%).

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