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Bari, fuga di notizie su tangenti: due avvocati e un cancelliere rischiano il processo

Pubblicato da: redazione | Gio, 13 Maggio 2021 - 15:05
Tribunale di Bari - Borderline24 il giornale

La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per due avvocati, Massimo Roberto Chiusolo e Fabio Mesto, un cancelliere del Tribunale di Bari, Francesco Bruno  e l’ex direttore generale di Arca Puglia Sabino Lupelli, per il reato di concorso in rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio. A riportare la notizia è l’agenzia ANSA. La vicenda contestata risale al luglio 2017 e riguarda l’inchiesta che la Procura aveva in corso a carico di Lupelli su presunte tangenti in cambio di appalti per le case popolari. Lupelli, va specificato, risponde anche di ricettazione.

Stando alla ipotesi accusatoria, sostenuta dalla pm di Bari Savina Toscani, il cancelliere Bruno, addetto alla segreteria del gip al quale la Procura aveva trasmesso richiesta di autorizzazione alla proroga delle indagini per Lupelli, all’epoca difeso da Chiusolo (la cui posizione appare però più marginale) e Mesto, avrebbe consegnato ai due avvocati il fascicolo, che all’epoca era ancora coperto da segreto. I legali ne avrebbero estratto copia e Mesto avrebbe poi consegnato gli atti all’indagato Lupelli (che per le accuse di corruzione ha patteggiato). L’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio è fissata per il 16 luglio dinanzi al gup del Tribunale di Bari Francesco Mattiace.

Dagli atti emerge che, dopo una acquisizione di documenti da parte della Guardia di finanza nel giugno 2017, Lupelli avrebbe iniziato una “frenetica attività finalizzata ad ottenere notizie” sull’indagine a suo carico, rivolgendosi all’avvocato Mesto il quale, a sua volta, avrebbe coinvolto l’avvocato Chiusolo, con l’obiettivo di “costruire una ipotetica azione difensiva basata per lo più sull’inquinamento probatorio piuttosto che sul diritto di difesa dell’indagato”. Così si legge nell’informativa allegata alla richiesta di rinvio a giudizio. Intercettato al telefono con Lupelli, Mesto farebbe esplicito riferimento all’inchiesta della quale era venuto a conoscenza, informando l’ex dg di “notizie ottenute illecitamente”, si legge negli atti, sul procedimento penale in corso. Nelle conversazioni, inoltre, il legale “parla sempre al plurale riferendosi a Massimo (Chiusolo)” e i telefoni di entrambi gli avvocati, il giorno della presunta fuga di notizia, il 24 luglio 2017, hanno agganciato la cella della Procura.

A conferma della rivelazione degli atti riservati, stando all’ipotesi accusatoria, c’è anche una intercettazione del 31 luglio 2017 tra l’avvocato Mesto e Lupelli nella quale il legale, comunicandogli che nel suo ufficio “hai cinque telecamere”, gli consiglia di “continuare a conversare normalmente al telefono altrimenti è evidente che potrebbero capire che lo hanno avvertito delle indagini in corso”. “Da domani mattina – ha detto inoltre l’avvocato – al telefono parla se no facciamo vedere che noi ti abbiamo detto”. Nella stessa conversazione Mesto dice a Lupelli di restituirgli la documentazione, riferendosi in particolare agli atti riservati, il giorno dopo, perché “se fanno una perquisizione e trovano ste carte, ce ne andiamo tutti in galera”.

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