“In merito alla campagna vaccinale e alla evoluzione epidemiologica c’è la massima attenzione sulle regioni Puglia e Calabria da parte degli organi preposti alla gestione dell’emergenza”. Le parole, pronunciate questa mattina alla Camera, sono quelle del ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, che si è espresso durante l’interrogazione parlamentare presentata da Mauro D’Attis di Fi sulle iniziative relative alla gestione dell’emergenza epidemiologica nelle due regioni.
“In Puglia, la cosiddetta terza ondata pandemica è cominciata con circa due settimane di ritardo rispetto ad altre regioni e pertanto la regione si trova ancora in una situazione di elevata circolazione virale – ha spiegato il ministro, che ha precisato – Nel mese di marzo, sono stati diagnosticati complessivamente 49.092 casi positivi, oltre 10.000 in più dei casi che erano stati registrati nel corso della seconda ondata”.
D’Incà ha proseguito raccontando che, tuttavia, il tasso di incidenza di positivi nella regione è rimasto ben al di sotto di quanto registrato in altre grandi regioni italiane ed è sempre in linea con l’incidenza media nazionale. “Il tasso di presenze in terapia intensiva è stato inferiore alla media italiana durante l’ondata autunnale ed in linea con la media italiana nella terza ondata di primavera ed è comunque stato sempre inferiore alle grandi regioni del Nord – ha detto, ancora, il ministro – La percentuale di occupazione dei posti letto è risultata critica in tutte le regioni interessate maggiormente dalla terza ondata e ciò, a partire dalla terza settimana di marzo, è accaduto anche in Puglia dove però, a differenza di altre regioni in cui il superamento della soglia è stato pressoché costante da novembre ad oggi, nel mese di febbraio i tassi di occupazione sono stati costantemente al di sotto dei valori limite, grazie all’incremento di posti letto di terapia intensiva”
Rispondendo alle domande circa la campagna vaccinale, poi, il ministro ha precisato che “il numero totale di somministrazioni di vaccino, aggiornato al 13 aprile 2021, è pari a 814.972 su un totale di 970.745 dosi ricevute, corrispondente dunque all’84 per cento circa”.