“A voi, insoliti ignoti salvatori devolvo la mia gratitudine”. È scritta in versi e con l’emozione che può provare solo chi si è visto salvare la vita da degli angeli in camice bianco. È una dedica rivolta al personale del Policlinico di Bari da un paziente Covid, e pubblicata sul canale Instagram dello stesso ospedale barese.
Con la poesia intitolata “Alla fine dell’inverno”, Giacomo Eramo, ricercatore universitario in Mineralogia applicata presso il dipartimento Scienze della Terra e Geoambientali, ha voluto ringraziare medici, infermieri e operatori sanitari della Medicina interna “Murri” Covid, coordinata dai professori Portincasa e Palmieri, che per tre settimane si sono presi cura di lui e di tutti gli altri pazienti. Ricoverato il 1° marzo a causa della febbre a 40 che non accennava a scendere, come raccontano i referenti dell’azienda sanitaria, Giacomo Eramo è rimasto in reparto fino al 23 marzo quando, dopo un lungo periodo di terapia, il tampone è diventato negativo.
“Il mio è un ringraziamento corale rivolto al personale sanitario per il lavoro svolto tutti i giorni e tutte le ore – racconta Eramo – non sono uno scrittore, ma mi piace la poesia e mettere nero su bianco alcune situazioni particolarmente toccanti dal punto di vista emotivo. Sentivo la mancanza d’aria, non è stato facile, l’unico elemento di umanità di quei giorni in ospedale è il contatto con i medici anche se hai a che fare con persone che non conosci e con cui ti relazioni solo attraverso la voce e gli occhi – prosegue il ricercatore nel suo racconto – Per gli anziani che vedevo attorno a me ricoverati è una tragedia, catapultati in una realtà senza punti di riferimento, circondati da persone che sembrano marziani. Con questa poesia ho ritenuto di esaltare il valore di chi sul campo si è sempre interfacciato con molta umanità: le cose che ho scritto le ho scritte con il cuore, sentivo di dovere a loro tutti qualcosa”, conclude l’uomo.