Secondo i dati resi noti dall’associazione nazionale dei presidi della Puglia, che si riferiscono a 100 istituti presi in esame, l’80% del personale scolastico pugliese ha aderito alla campagna vaccinale anti-Covid. “Si tratta di un dato da cogliere nella sua intrinseca importanza, che leggiamo come la voglia di contribuire, da parte della stragrande maggioranza degli operatori, al ripristino di una situazione di normalità didattica”, è il commento del presidente regionale dell’associazione, Roberto Romito.
Una voglia di normalità e di ripartenza che, secondo l’Anp, fa il paio con la necessità di “ausili concreti per le scuole, come i promessi operatori scolastici sanitari, la cui istituzione è stata deliberata dalla Regione ma dei quali ancora non si ha traccia – spiega ancora Romito, che prosegue – l’attuazione in tempi rapidi di una capillare campagna vaccinale nei confronti degli operatori scolastici”.
Il presidente dell’associazione dei presidi della regione si dice preoccupato dai dati del contagio in Puglia, aggravati dalla diffusione delle varianti del virus e dal suo impatto sul funzionamento delle scuole, che “in alcune zone della regione vanno avanti a singhiozzo. Non hanno più senso – prosegue Romito – le ordinanze fintamente restrittive valide su tutto il territorio regionale”. Piuttosto, secondo l’Anp Puglia, servono “politiche attive di prevenzione, per esempio attraverso test rapidi a tappeto su tutti gli alunni che vanno a scuola, laddove non vi sia necessità di chiusura locale secondo il parere dei sindaci. Dove – spiega – il rischio sia dimostrato alto – dice Romito – si chiudano decisamente le scuole, ricorrendo alla didattica a distanza per tutti gli alunni, con provvedimenti mirati che tengano conto della maggiore o minore gravità del fenomeno su scala locale e non più con scelte centralizzate”, conclude.