Associazioni e partite iva scendono in piazza a Bari per il diritto al lavoro e annunciare la protesta del 14 febbraio, nel giorno di San Valentino. “Apro il mio ristorante, con le stesse normative igienico sanitarie e di prevenzione dal virus”, si legge sui cartelli affissi in numerose attività, dal centro alle periferie, con riferimento sulla disparità rispetto ad hotel e autogrill.
Anche in caso di zona gialla da lunedì prossimo, la chiusura alle 18 rischia di inasprire la crisi della categoria. Così dalle chat di whatzapp è nato un movimento apolitico, tradizionale e non, che coinvolge tutte le categorie produttive colpite dalla crisi economica. Quindi non solo bar, pub e ristoranti ma anche titolari di palestre, piscine, scuole di ballo o del wedding. In mancanza di atti concreti entro cinque giorni dalla manifestazione odierna, la disobbedienza civile non sarà più procrastinabile.
“In zona gialla si lavora solo il 30% – spiega il portavoce della manifestazione – e soprattuto in centro, mentre in periferia stanno facendo la fame. Dopo circa 20 giorni abbiamo riunito 2.600 imprenditori con le stesse difficoltà pronti alla disobbedienza. Tanta gente sta pensando al peggio, lo leggo nelle chat. Siamo fermi da Natale”.
Sette le richieste formali da parte del Coordinamento: Proclamazione dello stato di emergenza economica; Piano di esenzione fiscale e risarcimenti integrativi per le perdite subite nel 2020; Credito di imposta per i fitti pagati nel corso dell’intero 2020; Apertura immediata e sostenibile di tutte le attività in sicurezza per lavoratori ed avventori; Immediata erogazione delle casse integrazioni in sospeso; Inclusione delle attività rimaste escluse dai ristori per mancanza di fatturato storico; Eliminazione della distinzione per codice ATECO prevalente.