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Molluschicoltura in Puglia, al via l’indagine per individuare fonti di inquinamento in mare

Pubblicato da: redazione | Dom, 24 Gennaio 2021 - 21:00

Sottoscritta una convenzione tra l’Arpa Puglia e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata. Quello della molluschicoltura è, di fatto, un settore di notevole importanza per l’economia regionale particolarmente coinvolta nell’allevamento e la raccolta da banchi naturali di molluschi bivalvi. La Puglia, va specificato, è al terzo posto a livello nazionale, dopo Emilia Romagna e Veneto, per una quantità totale di prodotto che, nel 2016, ammontava a oltre 10mila tonnellate. L’importanza di questa filiera nell’economia regionale è amplificata dalla tipologia delle imprese coinvolte costituite, prevalentemente, da aziende di piccole o medie dimensioni, spesso a conduzione familiare. Fattore che, inevitabilmente, ha impatto sul tessuto sociale di alcune zone in particolare, tra queste Taranto e i comuni del Nord Gargano.

Questo, assieme a tanti altri, gli argomenti all’ordine del giorno della conferenza tenutasi alla quale, oltre al presidente della regione, hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio, l’assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, il direttore generale di Arpa Puglia, Vito Bruno, il direttore generale dell’Izspb, Antonio Fasanella, il responsabile del Centro regionale mare di Arpa Puglia, Nicola Ungaro, il dirigente della sezione Promozione della Salute e del benessere della Regione, Onofrio Mongelli, la responsabile di Microbiologia degli alimenti dell’Izspb, Elisa Goffredo.

“Noi sull’immagine del mare pugliese abbiamo costruito un’intera narrazione, che ha riempito il cuore di tutti, dei pugliesi e degli italiani – ha commentato Michele Emiliano -giorno per giorno mi accorgo che tutto ciò che abbiamo fatto per questa regione e la tutela dell’ambiente, passando anche attraverso battaglie molto difficili, costituisce un cammino che ci ha portato sino a qui. L’impegno ad investire sui temi del mare, a incrementare la blue economy della quale la molluschicoltura e l’acquacoltura sono elementi fondamentali, a spingere e a sostenere un cambio dei consumi nell’ottica della tutela del mare, si sta realizzando. C’è un indirizzo strategico nella collaborazione che si sta sancendo oggi tra Arpa e Istituto zooprofilattico sperimentale. La nuova giunta mette a disposizione delle vostre idee e delle vostre energie tutto il supporto possibile. Siamo convinti di potere investire sull’Arpa e sull’Istituto zooprofilattico sperimentale ancora di più e di poter collegare alle funzioni di controllo anche funzioni strategiche. Si può andare oltre perché con le esperienze e con i dati raggiunti, il passaggio da soggetti del controllo ad agenzie strategiche, quindi dalla difesa all’attacco, è un passaggio naturale nell’ottica di un approccio sistemico”.

Un’iniziativa che, come specificato anche da Lopalco, accende i riflettori su un tema altrettanto importante, strettamente connesso alle malattie infettive collegate alla Molluschicoltura.

“Abbiamo superato una difficile epidemia da epatite A nel 1996-1997, che vedeva i molluschi al centro della catena di contagio – ha spiegato Lopalco – Quella epidemia ci ha fatto capire quanto fosse importante la qualità microbiologica per l’ambiente.  L’Arpa all’interno di questo processo di miglioramento ha svolto un ruolo fondamentale” – ha continuato specificando che, tra le intenzioni dell’assessorato alla Salute vi è quello di “Promuovere in maniera attiva un concetto che oggi è all’avanguardia nella sanità pubblica di tutto il mondo. La salute è unica. Non esiste salute umana, animale e ambientale. La salute è una soltanto. Quindi le due componenti della sanità, quella umana e animale, devono “collaborare” tra loro. Stiamo lavorando affinché ciò avvenga. E non esiste salute per uomini e animali se l’ambiente non è salubre.

In base alla legislazione comunitaria le aree dove i molluschi bivalvi sono allevati o raccolti devono essere valutate e autorizzate dall’Autorità regionale competente in materia sanitaria, in relazione ad alcuni parametri microbiologici, bio-tossicologici e chimici, al fine di assicurare per la tutela del consumatore la salubrità delle produzioni. Le stesse aree sono poi costantemente monitorate e rivalutate periodicamente dall’Autorità competente (Riclassificazione), per confermare la loro idoneità allo sfruttamento per l’allevamento e la raccolta di molluschi bivalvi. Tale attività è indispensabile per assicurare la continuità delle produzioni e della successiva commercializzazione dei prodotti. Tecnicamente, preliminarmente alla valutazione di parametri analitici su campioni di molluschi bivalvi, è prevista un’indagine sanitaria volta ad individuare eventuali fonti di inquinamento di origine umana o animale che insistono su ciascuna zona oggetto di indagine, valutando la circolazione degli inquinanti e la loro reale incidenza nella zona in funzione delle variazioni stagionali della popolazione umana ed animale, delle precipitazioni, dell’andamento delle correnti, della batimetria e del ciclo delle maree.

In tale ottica, la Regione Puglia (con Dgr n.2014 dell’11 novembre 2019), ha dato mandato all’Arpa Puglia e all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata di provvedere alla preparazione e all’esecuzione di un Piano di riclassificazione delle acque destinate alla molluschicoltura, già autorizzate con precedenti delibere regionali. Questo piano, prevede  un’indagine sanitaria preliminare per individuare le fonti di inquinamento di origine umana o animale che insistono sulla zona in questione, valutando la circolazione degli inquinanti e la loro reale incidenza nella zona, in funzione delle variazioni stagionali della popolazione umana ed animale, delle precipitazioni, dell’andamento delle correnti, della batimetria e del ciclo delle maree.

Successivamente, nei punti di maggior rischio individuati in base alla precedente indagine, devono essere eseguiti opportuni campionamenti per la valutazione analitica dei parametri di sicurezza. Il coinvolgimento dell’Arpa Puglia e dell’Izspb, con il supporto dei Servizi veterinari delle Asl, per la stesura e l’attuazione di tale piano è frutto della volontà di valorizzare le conoscenze e l’esperienza professionale di queste istituzioni, punto di riferimento del settore, ciascuna per i propri ambiti di competenza, assicurando così, mediante un lavoro in sinergia, il raggiungimento di risultati di eccellenza. Le risultanze di tale attività saranno utili al comparto della molluschicoltura non solo per consolidare ma anche per potenziare le produzioni locali, anche in termini di qualità del prodotto, ponendole nelle condizioni di poter concorrere alla ripresa dell’economia regionale andando oltre la situazione di crisi dovuta alla pandemia da Covid 19.

“Le attività di Arpa Puglia in ambito marino e costiero – ha concluso Vito Bruno – sono sempre state al centro dell’interesse della Direzione generale, non fosse altro per il fatto che la Puglia ha un’estensione costiera di circa 1000 km, al primo posto in Italia se escludiamo le isole. Intendiamo, infatti, valorizzare l’enorme potenzialità, nei termini degli elementi di pregio, che ha l’ambiente marino e costiero. Proprio per questo motivo ho voluto fortemente l’istituzione del Centro Regionale Mare di Arpa Puglia, una struttura ora completamente operativa in una sede decentrata all’interno del Porto di Bari. In questa sede vengono coordinate tutte le attività dell’Agenzia che riguardano il mare, le sue risorse e i differenti usi. Quest’ ultimo progetto per la riclassificazione delle acque destinate alla molluschicoltura – ha concluso – lo considero come un ulteriore riconoscimento al ruolo dell’Agenzia, con lo scopo di preservare e valorizzare l’ambiente della Puglia aprendo ad una nuova visione di Apa Puglia che deve coniugare il tradizionale approccio del “controllo ambientale” con la capacità di confrontarsi con l’economia e lo sviluppo sostenibile”.

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