La Finanza, all’uscita del casello dell’autostrada A14 di Canosa di Puglia, ha intercettato e sottoposto a controllo un’autovettura utilitaria con targa italiana che, alla vista dei militari, rallentava più volte, inspiegabilmente, la corsa.
All’atto del fermo, il conducente – un quarantenne di nazionalità albanese – sin da subito ha mostrato un evidente stato di agitazione. l militari del Nucleo PEF Bari – insospettiti da tale atteggiamento, nonché dalle dichiarazioni incerte fornite dallo stesso e dai suoi diversi precedenti di polizia anche in materia di stupefacenti – hanno deciso, pertanto, di procedere ad un più approfondito controllo dell’automezzo. La pattuglia – coadiuvata dalle unità cinofile del Gruppo Pronto Impiego Bari, nel frattempo intervenute sul posto – ha sottoposto, quindi, ad ispezione il veicolo, rinvenendo, abilmente occultati in un’intercapedine sita all’interno del bagagliaio del veicolo, due panetti di cocaina del peso complessivo di kg. 2,350.
Decisivo, oltre all’intuito investigativo delle Fiamme Gialle baresi, si è rivelato, ancora una volta, il fiuto infallibile dei cani pastori, Lady e Darin, rispettivamente, di anni 9 e 4, immessi in servizio antidroga dopo aver frequentato il “Corso Allevamento e Addestramento Cinofilo” presso il Centro Addestramento del Corpo di Castiglione del Lago (PG), i quali hanno immediatamente rivolto la loro attenzione al vano posteriore dell’abitacolo.
A termine delle operazioni, il soggetto è stato arrestato nella flagranza del reato di detenzione di sostanze stupefacenti e tradotto presso la casa circondariale di Foggia, su disposizione del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Trani, il quale ha provveduto a richiedere al competente Giudice per le Indagini Preliminari la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere dell’arrestato. La droga, l’autovettura utilizzata per il trasporto e due smartphone rinvenuti nella disponibilità del trafficante sono stati sottoposti a sequestro.
Sono in corso accertamenti tesi ad individuare il canale di approvvigionamento nonché i destinatari della cocaina che, se spacciata nelle piazze pugliesi, avrebbe fruttato illeciti guadagni per oltre 300.000 euro.