Infermieri in casa da più di 15 giorni in attesa di eseguire un secondo tampone e di rientrare quindi a lavoro. Contratti fermi da due anni. I sindacati della Asl di Bari hanno proclamato lo stato di agitazione e indetto un sit in di protesta per venerdì 20, in piazza Prefettura, dalle 9.30 alle 12.
“Da tempo – si legge in una nota – FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, FIALS Bari sollecitano la direzione strategica a chiudere l’accordo sindacale per indire il bando interno delle progressioni economiche orizzontali, ma ad oggi l’iter non è stato ancora avviato. Il fatto è gravissimo – spiegano i segretari generali Lonigro, Stellacci, Longo e Albenzio della FP CGIL ,CISL FP,UIL FPL e FIALS – poiché per problemi interni della ASL Bari la contrattazione dell’anno precedente non è stata portata a termine e le scriventi avevano avuto ampie garanzie che entro il mese di novembre la procedura sarebbe stata avviata”.
I sindacati denunciano una situazione “insostenibile” per i lavoratori con progressioni economiche bloccate da due anni. Sotto accusa anche l’avvio di una ricognizione del personale infermieristico propedeutica a una successiva mobilità d’ufficio per carenza di personale. “Al contempo – si legge nella denuncia – il personale che vorrebbe rientrare in servizio dopo l’isolamento, dopo il primo tampone che ha riscontrato la positività, ha difficoltà a farsi sottoporre al secondo tampone e soprattutto al tampone successivo alla negativizzazione, e per via di questa confusione, nei casi estremi abbiamo infermieri “bloccati” inutilmente a casa dopo più di 15 giorni di isolamento”.