Il Tar Puglia sospende l’ordinanza di Michele Emiliano sulle chiusure scolastiche, ma il Tar Lecce dà ragione al governatore. E’ quanto accade in queste ore, in seguito al botta e risposta tra governo e regione: da una parte Michele Emiliano, affiancato dall’assessore alla Sanità Pierluigi Lopalco, che a fine ottobre ha disposto la chiusura di tutte le scuole ad esclusione di quelle per l’infanzia, fino al 24 novembre, dall’altra il Governo che, con il nuovo decreto e la conseguente assegnazione del colore “arancione” alla regione Puglia, dispone invece l’immediato ritorno tra i banchi di scuola degli alunni ad eccezione delle superiori.
Stando a quanto scrive la Terza Sezione del TAR di Puglia, “l’ordinanza del Presidente della Regione con cui è stata disposta la didattica integrata per tutte le scuole di ogni ordine e grado sul territorio regionale, ad eccezione dei servizi per l’infanzia, interferisce, in modo non coerente, con l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici disposta dal sopravvenuto DPCM 3 novembre 2020. Il Dpcm, spiega inoltre il Tar Puglia, “colloca la Puglia tra le aree a media criticità – cosiddetta “zona arancione” – e persino per le aree ad alta criticità – “zone rosse” – prevede la didattica in presenza nelle scuole elementari”.
Dichiarazioni a cui si contrappongono quelle del Tar Lecce, che con una sentenza delle scorse ore ne ha respinto il ricorso, lasciando quindi in vigore l’ordinanza di Emiliano. Tra le ragioni espresse la questione che riguarderebbe la sanità, nello specifico la carenza di “capacità di risposta del sistema sanitario regionale al fine di contenere il rischio del diffondersi del virus”. Il Tar di Lecce rileva inoltre “che il provvedimento impugnato ha una efficacia temporale limitata (dal 30 ottobre al 24 novembre), suscettibile anche di riduzione in base alla valutazione dell’impatto delle misure assunte sull’evolversi della situazione epidemiologica e che le prioritarie esigenze di tutela della salute possano giustificare un temporaneo sacrificio sul piano organizzativo delle famiglie coinvolte”.
Un contrasto di opinioni che, di fatto, non alleggerisce il clima di pesantezza dettato sia dalle richieste mosse dal ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, favorevole alla riapertura, sia dalle molteplici contestazioni da parte di genitori ed insegnanti che, negli scorsi giorni, hanno avviato una serie di proteste in merito, rivendicando la riapertura delle lezioni in presenza.