“Mercoledì ho avuto una crisi mentre stringevo un cuscino, ho pensato che a differenza mia gli altri abbracciano delle vere ragazze e così sono scoppiato a piangere. Ho comprato qualche attrezzo…voglio uccidere qualcuno, voglio farlo a pezzi. Ho accettato la stanza, nella stessa casa di F., e ho già le chiavi e da qui quando andrò via potrò uccidere Daniele…mi piacerebbe una donna per prima, ma penso che così sarà una buona base di partenza”. Antonio De Marco, l’assassino della coppia di fidanzati leccesi Daniele De Santis e Eleonora Manta, scriveva così il 7 agosto scorso nel suo diario che nei giorni scorsi è stato consegnato agli inquirenti salentini.
Dalle pagine del diario emerge tutta la fragilità del 21enne di Casarano, che lo scorso 21 settembre ha accoltellato i due trentenni nell’appartamento di Lecce in cui avevano deciso di convivere. Il diario comincia con una frase scritta in stampatello con la penna rossa: “Motivi per cui noi non siamo normali”. E poi a seguire un elenco: “Parlare sempre al plurale; la bestia che sento dentro quando piango; il rifiuto dei 18 anni”. Poi vari riferimenti alla sofferenza dopo l’intervento chirurgico alla colonna vertebrale che aveva subito: “Il fatto di aver voluto morire sotto i ferri (e non solo)”. Infine, la sofferenza di Antonio De Marco di non essere amato, di essere stato rifiutato da una compagna di corso: “Ogni giorno che passa sembra che divento sempre meno amato, ma che ci posso fare? Non è colpa mia se nessuna mi ama!”. (ANSA).