Seduti per terra quasi in silenzio e con piccoli cartelli. Sul selciato di largo Giannella sono state imbandite delle tovaglie per raccontare iconicamente la lunga crisi Covid di ristoratori, commercianti e partite IVA. E’ la protesta morigerata della Fipe, associazione dei pubblici esercizi e ristoratori Confcommercio Bari-Bat. “Saremmo stati i primi a chiudere prima del decreto Conte se avessimo avuto segnali sui contagi nei nostri locali. Ma non è così, non siamo untori”, spiega Ignazio Giannossi.
“E’ una situazione davvero difficile. Con questa iniziativa vogliamo ricordare i valori economici e sociali della categoria, che occupa oltre un milione e duecentomila addetti e chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che prima del Covid19, nel nostro paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno”, commenta Nicola Pertuso Consigliere nazionale e regionale di Fipe.
Dall’altro lato del lungomare di Bari un altro gruppo di manifestanti cerca di bloccare la strada e urla “buffoni” a chi partecipa all’iniziativa dei sindacati di settore. “Vogliamo aiuti subito, non costringeteci a chiudere le attività che fanno felici i nostri clienti”, racconta nel video Luciana Bottalico, lavoratrice wedding. “Non ci sono ristoratori di serie A e B, qui stiamo assistendo a un comizio politico”, aggiunge Gianni Del Mastro.