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Covid, ok del governo Conte al decreto “ristori”: stop a licenziamenti, indennizzi sino a 150mila euro

Pubblicato da: redazione | Mar, 27 Ottobre 2020 - 18:02

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto ristori. E’ di 32 articoli, tra le misure spunta anche un finanziamento da 30 milioni di euro per consentire a medici di base e pediatri di eseguire “tamponi antigenici rapidi”.

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L’indennizzo a fondo perduto estese anche a taxi ed Ncc, le auto noleggiate con conducente. Due mensilità aggiuntive di reddito d’emergenza, riservato alle famiglie in difficoltà. La sospensione del versamento dei contributi di novembre per le attività chiuse dall’ultimo dpcm. L’utilizzo dei voucher per rimborsare i biglietti degli spettacoli dal vivo annullati, fino alla fine di gennaio. Lo stop ai pignoramenti degli immobili fino alla fine dell’anno. Il rinvio all’anno prossimo delle elezioni comunali previste a fine novembre in alcuni piccoli centri. Ma anche la creazione di un servizio telefonico per tracciare i contatti delle persone positive al Covid. Sono le novità dell’ultima ora inserite nel cosiddetto decreto legge ristori, approvato oggi pomeriggio dal consiglio dei ministri.

Contributo a fondo perduto per le attività chiuse o con orario ridotto dopo l’ultimo dpcm adottato dal governo. I bar riceveranno il 150% di quanto ricevuto con il primo indennizzo a fondo perduto, quello del decreto Rilancio arrivato prima dell’estate. I ristoranti il 200%, il doppio. Mentre le discoteche, che da agosto non hanno mai riaperto, arriveranno al 400%. Confermato anche il limite massimo dell’indennizzo, pari a 150 mila euro. Per i lavoratori dello sport c’è un indennizzo di 800 euro, per gli stagionali del turismo e i lavoratori dello spettacolo si arriva a 1000. Per la cassa integrazione vengono introdotte sei settimane aggiuntive da utilizzare entro la fine di gennaio. Sempre alla fine di gennaio viene prorogato il blocco dei licenziamenti introdotto all’inizio della pandemia. Da febbraio in poi, salvo nuove modifiche, non potrà licenziare solo chi in quel momento starà usando la cassa integrazione. Confermata anche la cancellazione della seconda rata dell’Imu, che scade il 16 dicembre, per tutte le attività chiuse o limitate nell’orario dall’ultimo dpcm. Per chi paga un affitto scatta invece un credito d’imposta di tre mesi, con l’importo che può essere dedotto dalle tasse future oppure girato al proprietario.

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