In Puglia saranno 3.705 i docenti immessi in ruolo per il prossimo anno scolastico, in Emilia Romagna 7.409, in Veneto 8.962, in Campania appena 4.594, in Lombardia 19.678, in Piemonte 8.908, in Calabria 1.667, in Sicilia 3.241, nel Lazio 7.524.
Nemmeno il Coronavirus è riuscito a porre fine allo squilibrio negli organici scolastici tra Nord e Sud, anche a settembre negli istituti del Mezzogiorno il nuovo anno inizierà con cattedre vuote e provvisorie, per buona pace della continuità. Il divario non è stato colmato nemmeno questa volta, un’altra occasione persa: basti pensare che nelle scuole del Nord ogni professore, mediamente, insegna a 10 studenti; al Sud, invece per ogni docente ci sono 13,5 alunni.
Nell’incontro con i sindacati per l’informativa sulle immissioni in ruolo svoltosi lo scorso 7 agosto, il ministero dell’Istruzione ha annunciato un contingente di 84.808 mila docenti, 11 mila ATA e 91 educatori, numeri che complessivamente i sindacalisti hanno accolto con favore. Secondo Claudio Menga, segretario della Flc Cgil Puglia, le immissioni in ruolo previste “sono ancora lontane dal coprire i posti scoperti per l’anno scolastico 2020-2021, che prevediamo essere più di 200 mila, dunque più del doppio delle stabilizzazioni annunciate”. “Mentre – prosegue – gli 11 mila posti destinati al personale Ata coprono semplicemente il fisiologico turn over e non tengono conto del ben più alto numero di posti vacanti. I 91 educatori infine, coprono poco più di un terzo dei 261 posti disponibili”. Il contingente di docenti riservato alla Puglia consiste di 3.705 posti, il 4% circa di quello complessivo nazionale. Almeno sulla carta perché, in realtà, “i docenti immessi in ruolo dalle graduatorie di merito dei concorsi e dalle graduatorie ad esaurimento – fa notare ancora il sindacalista pugliese – saranno, secondo i nostri calcoli, solo 2.124 (pari al 56% del totale dei posti disponibili) poiché si dovranno accantonare non solo i 1.467 posti per garantire i futuri vincitori dei concorsi banditi, con colpevole ritardo, quest’anno ma anche perché molte delle graduatorie da cui attingere sono ormai esaurite, a cominciare da quella sui posti di sostegno della scuola secondaria di primo grado”. Insomma, i docenti immessi in ruolo potrebbero essere anche meno di quelli ufficializzati.